Milano 19 Novembre – Renzi va in televisione ed esalta un programma di finanziamenti per sostenere persone con disabilità al venir meno dei familiari; rifinanziamento del fondo per la non autosufficienza; introduzione del “fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale” e, come al solito, il brillio delle sue parole incanta, fa gridare alla meraviglia. E i vari parlamentari replicanti del PD fanno da cassa di risonanza. Ma c’è un però. Un però che nel quotidiano priva i poveri della social card (40 euro mensili) e mette seriamente a rischio la possibilità per molti disabili di usufruire gratuitamente o a prezzi scontati di una serie di servizi pubblici come la social card, aiuti per la mobilità e per le cure sanitarie.
Ma Renzi continua a presentarsi come un Dio sensibile e attento alle esigenze dei più deboli. E i poveri e i disabili sono, a dir poco, disorientati. La colpa? Il solito pressapochismo di un governo che introduce nuove modalità nel calcolo dell’Isee senza verificare le ricadute pratiche sui cittadini meno fortunati. Le nuove regole per il calcolo del reddito totale del contribuente riportano, infatti, due novità devastanti: l’aumento del coefficiente sulle rendite catastali e l’inclusione delle pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento. Anche gli studenti sono, a ragione, sul piede di guerra. Soprattutto quelli che sono stati privati di una borsa di studio perché bravi e meritevoli, ma sono stati penalizzati dalle nuove regole per il calcolo Isee.
La domanda per tutti è una sola: ma come mai se nulla è cambiato dall’anno precedente? E appare davvero un’ingiustizia inspiegabile e un accanimento ingiustificato. Ma Renzi continua a fare il piacione con le parole.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano