Milano 19 Novembre – Un interessante e dettagliato reportage di Fabio Poletti su La Stampa, fotografa impietosamente la situazione di degrado del cosiddetto “Quadrilatero”, a Milano. Proponiamo l’articolo integralmente perché riporta il malcontento dei residenti e la complessità dei problemi presenti nella zona: “Lo chiamano il «Quadrilatero» ma si capisce che siamo molto lontani dallo scintillante incrocio tra via Montenapoleone e via della Spiga. Le ex case Aler incastonate tra Via Civitali, via Tracia, via Preneste e piazza Selinunte sono uno dei problemi di Milano. L’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza ha promesso che verranno dislocati anche qui i militari chiesti dal sindaco Giuseppe Sala. Perchè dei 650 soldati che presidiano la città, per adesso qui non se ne vede nemmeno uno. «Ogni tanto passa una pattuglia di vigili urbani. Ma è come se facessero il solletico», ha parole amare Marco Bestetti, il presidente di Forza Italia del Municipio 7. «Anche se non possono fare niente, i soldati sono un deterrente. Più controllo c’è meglio è. Ma se non si mettono a riqualificare l’area, qui sarà sempre peggio», si sgola da anni Lucia Guerri del comitato degli abitanti della zona.
Nel «Quadrilatero» le case di 5 piani hanno intonaci giallo sporco e salmone, ogni balcone ha una parabola puntata verso il Nord Africa, in giardino qualche relitto di bicicletta, bambini che giocano e panni stesi. Nel «Quadrilatero» potrebbero vivere in 12 mila secondo la mappatura degli appartamenti dell’Aler. Ma nessuno sa davvero quanti siano, tra le tante case occupate e il sovraffollamento. Si calcola che gli stranieri, nordafricani in maggioranza, rom dell’Est in abbondanza, possano essere più di 5 mila. Con un rapporto tra italiani e stranieri vicino al 50% tre volte la media cittadina. Le macellerie sono quasi tutte islamiche. Una si chiama Al Jazeera. Alla scuola elementare Lombardo Radice di via Paravia gli alunni stranieri sono la maggioranza.
Il problema più grosso sono le occupazioni abusive. «Vengono a fare uno sgombero alla settimana. Il giorno dopo l’appartamento è nuovamente occupato», racconta Rosanna Bonavita che abita in via Tracia lì di fronte e racconta di anziane scippate mentre vanno a fare la spesa, di spaccio a cielo aperto e di cantine al centro di ogni traffico. Non è che la zona sia del tutto abbandonata a sè stessa. Per anni gli 007 hanno avuto un occhio particolare al «Quadrilatero». Dopo che nel 2009 dalla palazzina di via Civitali 30 il libico Mohamed Game partì alla volta della caserma Perrucchetti per farsi esplodere nella sua jihad personale rimettendoci una mano e gli occhi. Si sospetta che questa sia una delle fucine dell’integralismo milanese, ma nessuno lo sa con certezza perchè varcare il cancello non è facile.
Negli Anni Quaranta quando venne costruito, subito dopo la guerra quando Milano era tutto un cantiere per la ricostruzione, il «Quadrilatero» era uno dei gioielli della città. Lo stadio è a 500 metri. In fondo alla via c’è un’area residenziale con piscina condominiale. Più in là ci sono le ville di San Siro abitate dai calciatori. Adesso è arrivata pure la metropolitana. Ma il «Quadrilatero» continua ad essere terra di nessuno. Quello che è successo è quello che capita sempre. Mancano i soldi per le ristrutturazioni. Gli infissi iniziano a cadere a pezzi. Nessuno fa più manutenzione. Chi può se ne va. Chi è più disperato arriva. Vale per i migranti ma pure per gli italiani. I dati della Caritas lombarda sono da manuale: nell’ultimo anno i senzatetto sono aumentati del 21%, quasi 4 assistiti su 10 sono italiani. Chi non può pagare l’affitto occupa. E tutto va in malora come dice il presidente del Municipio 7 Marco Bestetti: «L’Aler e il Comune e la Regione si sono rimpallati le responsabilità per anni. Questo è il risultato».
Bastasse l’esercito e i militari sarebbe solo questione di tempo. Il ministro della difesa Roberta Pinotti ha promesso di mandarli. Domani arriva a Milano il ministro Angelino Alfano per gli ultimi dettagli. Gli abitanti del «Quadrilatero» sperano e aspettano. I militari che non hanno regole d’ingaggio che non hanno compiti di ordine pubblico nè di polizia giudiziaria possono essere solo uno spauracchio. Lucia Guerri del comitato degli abitanti si augura che anche questa periferia sia rimessa a posto e non solo controllata meglio: «Ci manca solo di incontrare il Papa e il presidente Sergio Mattarella poi abbiano parlato con tutti. I politici si devono fare carico dei problemi delle periferie. Se pensano di lavarsi la coscienza mandandoci due soldati si sbagliano di grosso».
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845