La tua voce –  Moschee a Milano: le tre domande che il cittadino si pone

Milano

Milano 2 Settembre – L’assessore Majorino da settimane sbandiera la scelta delle aree per la costruzione di alcune moschee a Milano. Le località sono tenute segrete per paura che i cittadini di quelle zone possano rifiutarsi di accoglierle e per evitare all’opposizione di organizzare barricate contro le moschee. E’ tuttavia importante non sottovalutare il problema o far finta che non esista. Infatti la moschea di Viale Jenner insegna che improvvisare moschee in aree non consone e funzionali crea solo disagi sia ai fedeli che ai cittadini ponendoli l’uno contro l’altro nella solita lotta tra poveri. L’esperienza di via Jenner è stata disastrosa. Ha dato la dimostrazione della pericolosità e della tendenza alla prevaricazione dei musulmani che faticano ad integrarsi e ad accettare una convivenza civile Majorino fa bene a cercare la soluzione strutturale del problema ma non altrettanto a cercare di risolverlo in maniera carbonara. La scelta dei luoghi è la prima cosa da condividere per evitare di spazientire ancora una volta i cittadini. Vi sono però almeno due domande che i cittadini milanesi si pongono. La prima domanda è: ”è giusto che le Istituzioni si facciano carico di costruire moschee con soldi pubblici in questo momento di recessione e di mancanza di fondi. Ovvero, rappresenta questa esigenza una priorità oppure vi sono altre priorità più cogenti per i cittadini? L’altra domanda è:” i cittadini veramente vogliono le moschee a Milano? O le vogliono ma in aree lontane dalle loro abitazioni?”. Ho detto che le domande erano almeno due ma ne esiste una terza molto critica e molto imbarazzante ma che non si può non porre il cittadino medio. Ha senso che si costruiscano luoghi di culto islamico in una città cristiana quando nessuna istituzione musulmana ci consentirebbe di costruirne una cristiana nel loro territorio? E se è vero che le moschee italiane e milanesi non sono estremiste, perché nessun Imam ha preso le distanze dall’orrore mediatico presentato in questi ultimi giorni dai tagliatori di teste dell’ISIS? Rispondere a queste domande non è facile almeno per me che sono un moderato. Si scontrano le mie idee di libertà, che vorrebbero dare un luogo di culto a tutte le religioni, con le mie preoccupazioni per l’incertezza che in questi luoghi – le moschee -possano nascondersi dei potenziali jahadisti. E poi davvero i nostri servizi di sicurezza sono a conoscenza di ciò che si dice e si pensa in queste moschee; davvero siamo così informati? Non vorrei che in questo particolare momento la troppa libertà ed il troppo buonismo possano essere un boomerang per la società occidentale e quindi anche per quella milanese, che non ha grazie a Dio- una falange armata estremista cristiana a contrastare le fuorvianze della religione Islamica. In sintesi quello che sta succedendo in Siria e in Iraq in questi giorni non può non far pensare che la pulizia etnico religiosa professata dall’ISIS non vada ad incidere sulla nostra volontà di tendere una mano ad una religione diversa dalla nostra. Chi dovrà decidere sulla costruzione di nuove moschee si assumerà una responsabilità molto grande anche per la sicurezza del nostro Paese. Il rischio che all’interno di quelle migliaia di immigrati musulmani che stanno “conquistando” anche culturalmente il nostro territorio possano diventare il gruppo armato all’interno di un cavallo di Troia contro l’occidente è troppo alto per non curarsene e non preoccuparsene.

Raffaele Todaro Consigliere Zona 9 di Forza Italia

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