Milano 9 Settembre – Ennesimo grido d’allarme lanciato dalle associazioni di categoria circa l’abnormità della pressione fiscale che grava sulle piccole e medie imprese. Ieri è stata la volta di Confesercenti. Nel suo rapporto annuale sullo stato dell’economia si legge: “Il federalismo sommato agli obiettivi di risanamento della finanza pubblica ha prodotto l’effetto nefasto di raddoppiare l’imposizione. In tre anni le famiglie italiane hanno sborsato 20 miliardi in più per il fisco. La pressione fiscale è uno dei fattori principali che ostacolano la crescita. Ancora una volta nel 2014 mancheremo la ripresa: le speranze di crescita sono rimandate al 2015. Siamo ancora in emergenza occupazione: sono circa 3 milioni quelli che hanno perso il posto di lavoro ed altre 3 milioni sono rimasti ai margini del mercato del lavoro scoraggiati dalla situazione di crisi. Occorre puntare su un progetto organico, che ribalti la tendenza negativa, ridia fiducia e metta l’Italia nelle condizioni di avvicinarsi agli altri Paesi.”
A pensarla così anche il partito di Forza Italia che ieri per bocca dell’Onorevole ed illustre economista Renato Brunetta ha indicato il suo progetto per puntare alla ripresa economica: “Sarebbe ora di finirla con la retorica delle riforme. Se ne sono fatte, da Monti in poi, più di 40, e l’Italia non è mai stata peggio di così. Quaranta riforme, dunque, che non sono servite a nulla. Quaranta riforme per obbedire all’Europa. Quaranta riforme sotto il ricatto dei mercati, sotto lo sguardo attento e interessato dei giornalini, dei poteri forti, delle alte istituzioni benedicenti. Quaranta riforme inutili, se non dannose. Quasi sempre controriforme. Come scrive scenarieconomici.it negli ultimi diciotto anni l’unico periodo in cui l’Italia ha fatto meglio della media Ue è stato il 2009-2010: Governo Berlusconi. (…) Due sono le riforme urgenti per uscire dalla crisi: fisco e lavoro. Matteo Renzi dica che la sua riforma fiscale non sarà quella che vorrebbe l’ex Ministro Vincenzo Visco, ma che deriverà dalla completa implementazione, come noi chiediamo entro 100 giorni e non 1.000, della delega fiscale, che porterà alla riduzione delle tasse, come fortemente voluto dal Presidente della Commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone. Renzi dica che per il mercato del lavoro non serve l’ennesima controriforma, come vorrebbe l’ex Ministro Cesare Damiano, ma che occorre riprendere il processo di decentramento della contrattazione e della detassazione dei salari di produttività con il superamento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la totale decontribuzione e detassazione delle nuove assunzioni.”
Anacleto Camarda
Laureato in Economia e management aziendale presso l’Università del Salento nel luglio 2011, laureato in Comunicazione d’impresa, i media e le organizzazioni complesse presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore nel settembre 2013, redattore Milano Post dall’ottobre 2013.