Come un normale intervento può trasformarsi in tragedia.

Società
Milano 11 Settembre – Mercoledì pomeriggio, nel centro di Roma, nei pressi del Tribunale, due pattuglie del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri sono intervenute per sedare un clochard che aveva cominciato a dare in escandescenze. Era presente anche il comandante, il tenente colonnello Claudio Rubertà.
All’improvviso, il clochard, ha estratto un coltello ed ha cominciato a menare fendenti. Nella concitazione, i quattro militari sono rimasti feriti. Il comandante in modo grave, riportando un profonda ferita all’addome. Non è in pericolo di vita. Dopo non poca fatica il clochard, di nazionalità tedesca, è stato comunque immobilizzato, disarmato e quindi tratto in arresto.
Il grave episodio fa tornare alla memoria la mattanza di Milano dell’anno scorso, quando il ghanese Kabobo in preda ad un raptus di follia uccise a picconate tre passanti, ferendone altrettanti prima di essere arrestato. Episodio fotocopia con quanto accaduto a Jesi qualche settimana fa. Dove un extracomunitario impazzito ha seminato il panico in città brandeggiando un machete. Per fortuna senza causare feriti.
Questi episodi, purtroppo sempre più frequenti, dimostrano come le nostre città siano ormai preda di soggetti instabili, pronti a commettere reati efferati. Come se non bastasse la normale criminalità.
Sono anni che si parla, senza mai arrivare a nulla, di come evitare situazioni simili. Il problema è che il malato mentale in Italia è spesso lasciato a se stesso. Senza essere seguito da medici specializzati che somministrino terapie adeguate, si trasforma in una scheggia impazzita.
Nessuno, neppure io, rimpiange i manicomi. Veri e propri lager dove le persone erano sepolte vive senza possibilità di uscita. Ma una soluzione intermedia, fra il manicomio lager di un tempo ed il nulla attuale penso vada quanto prima trovata.
Nel frattempo, un augurio di pronta guarigione ai carabinieri rimasti feriti.

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