I batteri nello stomaco delle api possono rappresentare un’alternativa agli antibiotici

Scienza e Salute

Milano 12 Settembre – Il problema è noto: la resistenza agli antibiotici nel mondo occidentale è sempre più grave, tant’è che si sono susseguiti negli ultimi anni allarmi sull’argomento. In Gran Bretagna si era parlato di «minaccia grande quanto il terrorismo» e nell’aprile scorso era stata l’Oms a lanciare l’allarme mondiale: «Senza un’azione urgente malattie curabili torneranno a essere letali». Per millenni il miele grezzo è stato utilizzato dall’uomo per curare le infezioni. Ora un gruppo di scienziati dell’Università di Lund in Svezia sta studiando proprio le proprietà antimicrobiche del miele e ha identificato tredici batteri lattici (LAB) che provengono dallo stomaco delle api da miele e si trovano nel miele fresco che sembrano avere una grande capacità di combattere agenti patogeni. I batteri vivi producono un certo numero di composti microbici attivi, come il perossido d’idrogeno, acidi grassi e anestetici, che possono uccidere altri batteri nocivi. Il team svedese ha quindi testato i batteri trovati nel sistema digerente delle api contro i ceppi patogeni che causano gravi infezioni nell’uomo, tra cui il meticillino-resistente Staphylococcus aureus (MRSA), che può portare a fatali infezioni da stafilococco. I 13 batteri lattici sono stati aggiunti a questi superbatteri e li hanno neutralizzati tutti. I risultati dello studio sono pubblicati sul Wound Journal.

Come sfruttare i microrganismi

I microrganismi presenti nello stomaco delle api , che purtroppo non sono più attivi nei prodotti alimentari che acquistiamo nei negozi, producono una miriade di composti disinfettanti che potrebbero essere sfruttati soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove il miele fresco è facilmente disponibile, così come nei Paesi occidentali in cui la resistenza agli antibiotici è un problema sempre più consistente.

L’esperimento

Gli scienziati dopo aver mescolato i 13 batteri lattici con il miele lo hanno applicato direttamente ai cavalli con ferite che non guarivano, resistenti ad altri trattamenti. Dopo aver utilizzato la sostanza composta di batteri delle api da miele, tutte le ferite sono guarite. Finora, i batteri lattici (LAB) sono stati testati solo in laboratorio contro gli agenti patogeni umani. I risultati sono molto promettenti, anche se al momento non è stata testata l’efficacia sulle ferite umane.

Il miele «vivo»

Tobias Olofsson, l’autore principale dello studio, in un comunicato stampa, ha spiegato:miele «Gli antibiotici sono per lo più una sostanza attiva, efficace contro un ristretto spettro di batteri. Il miele quando è utilizzato “vivo”, permette a questi tredici batteri lattici se necessario, secondo al tipo di minaccia, di produrre il giusto tipo di composti antimicrobici. Il miele delle api a tutela della salute contro altri microrganismi nocivi sembra aver funzionato bene per milioni di anni. Tuttavia, poiché il miele comprato al supermercato non contiene i batteri lattici vivi, negli ultimi anni molte delle sue uniche proprietà sono state perse».

Corriere salute

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