Se fai la fame o lavori come un cane, hai sbagliato lavoro. Dovevi fare il Magistrato

Attualità Società

Milano 13 Settembre – L’Italia scivola verso la Grecia, due giovani su tre sono senza lavoro, siamo il paese della disoccupazione record in Europa, le famiglie vanno a ramengo, ma loro no. Sono intoccabili.

La magistratura “insorge”, come ormai si dice in volgare giornalese, perché ritiene la (modesta) riforma della giustizia «punitiva ed inefficace». La riforma Orlando non prevede alcun taglio delle unghie ai pm d’assalto o ai giudici che abrogano leggi parlamentari e referendum popolari a capocchia. Perché ci piace l’embrione eugenetizzato o la famiglia multiculti. Però è vero, il governo Renzi vuole tagliare loro le ferie, da 45 a 30 giorni. E questo, come dice l’Anm «è un grave insulto alla magistratura» perché «decisa senza alcun previo confronto con la magistratura».

Ebbene sì. L’Italia scivola verso la Grecia, due giovani su tre sono senza lavoro, siamo il paese della disoccupazione record in Europa, le famiglie vanno a ramengo perché non possono sostenere i livelli di reddito da dopoguerra. Ma loro, i magistrati, comparto di funzionariato statale che ha scatti di carriera automatici, stipendi da un minimo di 3.500 euro mensili a un massimo di 15 mila (ma il togato costituzionale guadagna suppergiù un 30 mila euro mese) e il posto fisso a vita, cascasse il mondo e il resto dell’Italia fosse costretto a vivere sotto i ponti, si sentono puniti e insultati solo perché il governo gli riduce le vacanze. Lavorano sei ore al giorno per 260 giorni l’anno (l’ha deciso la sezione disciplinare del Csm) e hanno stipendi di lusso non soggetti a nessuna restrizione dato che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco degli stipendi dei magistrati.

«Così, secondo uno studio del Sole 24 Ore, un magistrato della Corte dei Conti che nel 2011 guadagnava 174 mila euro all’anno, ora ne incassa 182 mila» (Libero). Però.
E quanto lavorano i giudici contabili e amministrativi? Mica lo diciamo noi, il conto della serva lo ha fatto un magistrato e lo ha pubblicato lo stesso organo delle procure: «I giudici amministrativi in servizio presso i Tar e presso il Consiglio di Stato non rinunciano alla vacanza estiva di tre mesi, settimana più, settimana meno. Infatti, se il periodo di sospensione delle udienze previsto dalla legge va dal 1 agosto al 15 settembre di ogni anno, per la quasi totalità dei giudici amministrativi l’ultima udienza è stata celebrata nella prima metà di luglio e la successiva sarà nella seconda o terza settimana del mese di ottobre. Come se non bastasse, siccome i giudici del Tar e del Consiglio di Stato fanno solo due udienze al mese, e sono di norma autorizzati a risiedere in altre città, in ufficio si vedono sì e no sei giorni al mese. Ma, tra un’udienza e l’altra, capita di vederli andare in vacanza (anche all’estero), anche se formalmente sono in servizio; tanto possono lavorare dove vogliono, non avendo l’obbligo di recarsi in ufficio» (Alessio Liberati, magistrato, Il Fatto Quotidiano, 28 luglio 2011).

Però, è un bell’essere “insultati” e “puniti”, no?

Luigi Amicone – Tempi.it

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