Milano 15 Settembre – I numeri dei sondaggi sono ballerini, subiscono le impressioni del momento, spesso partono dalla pancia, ma un calo vistoso di preferenze è comunque indicativo di una percezione diffusa di malcontento. Renzi in questo periodo ha visto diminuire il consenso personale nell’opinione pubblica e anche il PD dal 41% è sceso al 37% circa. Un motivo ci deve essere. Un motivo che, nonostante l’iniziale entusiasmo, oggi segnala il fallimento di tante promesse nei tempi e nell’attuazione. Governare non è annunciare, non è presentare slide, non è pronunciare io sono io e farò…E mentre nel Pd la fronda di chi chiede più collegialità nelle decisioni aumenta e l’insofferenza per i due incarichi (Segretario PD e capo del Governo) sta diventando intollerabile, scoppia il caso delle primarie in Emilia. Infatti, dopo l’accordo con Bersani per la candidatura di Manca, proprio due suoi luogotenenti Richettti e Bonaccini esigono le primarie, salvo scoprire poi che sono entrambi indagati per peculato. Bel pasticcio per un partito che pone la questione morale come connotazione essenziale del suo agire. Sicuramente un avviso di garanzia non rende colpevole nessuno, ma fino ad ora che cosa ha predicato la sinistra quando gli avvisi di garanzia erano destinati agli altri partiti? Renzi è in imbarazzo, ma Bonaccini è uno dei suoi pupilli ed è costretto a sostenerlo, visto il ritiro di Richetti. E non si dimentichi che le elezioni si faranno per sostituire il condannato Vasco Errani.
E in riferimento alla sua politica in Europa, scrive Fubini su Repubblica: “La campagna molto pubblica di Matteo Renzi in questi mesi per la flessibilità contro l’austerità non è stata solo un fallimento. È stata anche controproducente. Non ha fatto che alimentare il sospetto già diffuso nei confronti dell’Italia e ha abbassato la soglia di tolleranza a Berlino, a Bruxelles e anche a Francoforte sulla gestione della finanza pubblica da parte del governo. Ne è un segnale il richiamo sul deficit che la Bce ha riservato all’Italia. La stessa composizione della nuova Commissione europea, così ricca di interpreti del credo tedesco, lo conferma”.. Si può aggiungere che la Troika è vicina. E che il possibile partner dell’Italia nella battaglia (persa) sulla flessibilità, la Francia, è ko. Se l’Italia si lega alla Francia rischia ancora di più di quanto già non sia a rischio ora. E Alesina Giavazzi sul Corriere osserva: “Renzi in Europa ha sbagliato tutto. Basti pensare che di semestre di presidenza italiano non parla più nessuno. O al prossimo Consiglio europeo di ottobre Renzi si presenta a mani piene (riforma fiscale, riforma del mercato del lavoro) o ha fallito. Altro che annuncite, altro che mille giorni, altro che cento giorni: 3 settimane”.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano