Milano 21 Settembre – L’on. Napolitano non poteva non avere un ruolo nel sistema di relazioni politiche tra il Pci, il potere sovietico ed i regimi comunisti dell’est, cui era connesso un sistema articolato di finanziamenti illegali di cui i comunisti italiani erano i primi, tra i partiti comunisti e non del mondo, ad avvantaggiarsene”. Parola di Bettino Craxi. Il volume Bettino Craxi. Io parlo, e continuerò a parlare, curato dallo storico Andrea Speri, raccoglie appunti, profezie e commenti sulla politica italiana del leader socialista annotate con cura nei suoi anni ad Hammamet.
Le colpe di Re Giorgio – Craxi parla di tutti, da Napolitano a Berlusconi, da Fini a D’Alema. Su Re Giorgio Craxi è durissimo e lo mette davanti alle sue responsabilità storiche: “Per gli incarichi politici che ha rivestito, per le esperienze e le conoscenze che ha accumulato, e d’altro canto certamente non solo lui, non potrebbe senza dubbio non rendere su tutta la materia una preziosa testimonianza. Ricostruire in modo completo, chiaro ed onesto, i termini reali in cui si svolse la lotta politica in Italia e la lotta per il potere, è diventato sempre più necessario, specie di fronte a tante mistificazioni, a tante censure ed anche a tante ingiustizie”.
La profezia su Cav e toghe – Poi è il turno di Berlusconi. Craxi già prevede l’accanimento giudiziario durato per venti lunghi anni: “C’è un vero e proprio piano al massacro che procede con gradualità e per linee convergenti, ma che ha al fondo un obiettivo, uno e uno solo, e cioè Silvio Berlusconi. Del resto il trattamento sin qui riservato al gruppo Fininvest attraverso indagini, inchieste, processi e quant’altro, ha un carattere eccezionalissimo che non è stato riservato proprio a nessuno. Gli strateghi della conquista del potere, i teorici della “falsa rivoluzione”, e i loro collaboratori ed aiutanti, puntando alla distruzione politica personale di Berlusconi sanno che questa comporterà quasi automaticamente il disfacimento di Forza Italia. Nel frattempo ci si preoccuperà di accentuare l’isolamento e la criminalizzazione di Bossi. la via sarà allora definitivamente aperta a un ventennio almeno di egemonia catto-comunista”.
Le mosse di Fini – Poi Craxi parla di Gianfranco Fini e delle sue mosse politiche mentre il Cav dovrà combattere negli anni la sua battaglia contro l’assedio giudiziario: “Fini invece, se sarà risparmiato dall’attacco dei più sfegatati, verrà affidato il compito di dimostrare che la democrazia funziona e che l’opposizione può svolgere il suo ruolo di opposizione senza rompere troppo le scatole. Nel frattempo, in attesa del risultato finale, si svolgono le manovre di accompagnamento che seguono, come in questi casi la storia insegna, tattiche consuete. Una volta è il bastone e la carota, un’altra è il pugno di ferro e il guanto di velluto, un’altra ancora è il giorno delle promesse, delle concessioni, delle generose diplomazie segrete”.
Il gufo D’Alema – A questo punto Craxi parla di D’Alema e delle sue manovre a sinistra dopo la caduta dei socialisti sotto i colpi di Tangentopoli: “D’Alema vuole ridare la vita ai socialisti facendoli rinascere dalle “macerie” del Socialismo craxiano. E chi é? Mai questo eroico condottiero che i socialisti dovrebbero accogliere come il loro liberatore? Purtroppo non è altro che uno dei tanti che hanno concorso o hanno assistito cinicamente al massacro socialista ed alla distruzione di uno dei grandi edifici della democrazia italiana”. Poi l’accusa a Baffino: “L’aggressione politica antisocialista, che era scuola, cultura ed anima della nuova generazione comunista, visti i tempi, non sarebbe di certo bastata. Per ridurre il psi in un cumulo di rovine è stata necessaria un’aggressione politica-giudiziaria di portata impressionante e dall’altro lato il concorso pusillanime di una classe dirigente socialista che, almeno per la sua gran parte, ha dato prova di opportunismo e di viltà”.
La profezia sull’Italia in Europa – Infine già a fine anni 90, Craxi prevede un futuro nero per l’Italia in Europa: “C’e? da chiedersi perché si continua a magnificare l’entrata in Europa come una sorta di miraggio, dietro il quale si delineano le delizie del paradiso terrestre. Non sara? cosi?. alle condizioni attuali, dal quadro dei vincoli cosi? come sono stati definiti, ad aspettare l’italia non c’e? affatto un paradiso terrestre. Senza una nuova trattativa e senza una definizione di nuove condizioni, l’Italia nella migliore delle ipotesi finira? in un limbo, ma nella peggiore andra? all’inferno”. (Liberoquotidiano)
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