“No, non ha incendiato Roma”. Intervista esclusiva all’attore Edoardo Sylos Labini che inaugura la stagione al Manzoni interpretando la verità dell’imperatore Nerone.

Cultura e spettacolo

Milano 30 Settembre – Nerone pazzo o profeta? Nerone ricordato come un personaggio ambiguo, sanguinario, megalomane, fu davvero l’autore dell’incendio di Roma?  O la cattiva “stampa” è stata la sua maledizione? A questi interrogativi risponde la pièce che inaugura la stagione al Teatro Manzoni, il 2 ottobre prossimo, con un protagonista assoluto, Edoardo Sylos Labini. Un attore, Sylos Labini, che ama le figure controverse, forti, che hanno segnato la storia, che richiedono doti interpretative da mattatore. Dopo aver interpretato Marinetti, Balbo, Mazzini, D’Annunzio, Nerone rappresenta la nuova sfida. Per amore della verità storica, per il piacere di misurarsi con un personaggio dai mille volti, pubblici e privati, per restituire la melodia dell’arte che Nerone coltivava come un bene prezioso. Nessun dubbio sulla duttilità e la capacità di immedesimazione dell’attore e nessun dubbio sulla ricostruzione storica. L’opera infatti nasce da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco ed è liberamente tratta dal saggio di Massimo Fini “Nerone – duemila anni di calunnie”.

A Sylos Labini la domanda più  immediata: Perché Nerone?

“Perché Nerone è altro, da quello che gli storici ci hanno tramandato. Nerone non era un santo, ma è stato anche uno statista, un uomo che amava l’arte e la cultura, un monarca che era vicino al popolo. La “memoria dannata” l’ha penalizzato. E’ stato spesso vittima di pregiudizi ideologici. Ed è un personaggio che va radicalmente riabilitato. Ha pagato per essere stato contrario all’oligarchia aristocratica di allora. Un imperatore artista per vocazione, ma obbligato a governare. Figlio di una ballerina e di un barbiere, portò il ballo a corte, indignando i nobili benpensanti. Ma fu lui a fondare il Teatro della danza. Amava travestirsi come un plebeo, bere e ubriacarsi con gli incompresi, i poveri. E il popolo l’ha amato.”

C’è una similitudine tra l’ambiente politico di allora e quello di oggi?

“Anche allora i senatori tramarono per farlo cadere: un vero e proprio complotto. Perché fece riforme per il popolo, andò contro gli interessi dei nobili, abolì la pena di morte. Cercò di portare avanti idee riformiste. Non è stato un santo, soprattutto nel privato, ma non è il mostro che la storia ci ha insegnato.”

Ma ha incendiato davvero Roma?

“No. Perché era ad Anzio, quando divampò l’incendio. D’altronde a Roma le case erano di legno e gli incendi piccoli o grandi succedevano spesso. I cristiani, successivamente e sotto tortura hanno confessato.”

Recitare Nerone è una grande sfida dal punto di vista interpretativo?

“Amo i ruoli complessi e i personaggi con sfaccettature diverse E credo sia un dovere far conoscere la verità storica.”

Lei è Presidente Nazionale del Dipartimento Cultura di Forza Italia. Come procede il lavoro, quali le attività?

“Il Dipartimento Cultura è un gruppo nuovo che viene dalla società per migliorare la società. E’ un partito nel partito, con interessi specifici, vicini alle esigenze della comunità.”

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