Milano 8 Ottobre – Nella lista delle zone che saranno messe a bando per la costruzione di luoghi di culto rientrerà anche l’edificio di via Esterle, in zona Via Padova.
La decisione lascia veramente perplessi considerando che ci troviamo in un quartiere dove criminalità e degrado sono i veri padroni della quotidianità dei suoi abitanti e l’integrazione, purtroppo, non esiste. Spaccio, furti, scippi, prostituzione a tutte le ore del giorno, violenze e rifiuti ovunque sono il biglietto da visita costante di quest’area.
Intervenire seriamente per una riqualificazione dovrebbe essere il primo pensiero dell’azione del Comune. Da settimane invece il Comune si preoccupa solamente del tema delle moschee, scaricando immediatamente su un quartiere, dove l’inclusione è un miraggio, la destinazione di uno dei luoghi di culto.
Vorremmo ricordare alla maggioranza che il laboratorio culturale di Via Padova è un enorme flop. I cittadini chiedono maggior dignità per la zona, non facile propaganda.
Imporre la moschea in una zona già pericolosamente colpita dalla mancata convivenza tra etnie diverse vuol dire emanare con un’ordinanza che la zona di Via Padova diventi un ghetto ufficiale. Per la Giunta è più importante fare un favore a una comunità che spesso non vuole integrarsi piuttosto che puntare sulla sicurezza della zona. Invece che intervenire su una situazione già esplosiva si carica Via Padova anche dell’onere di una moschea con tutti i problemi che ne seguiranno.
Non dimentichiamo tra l’altro che l’edificio di Via Esterle rientrava nel progetto di riqualificazione dei 19 bagni pubblici (prevista da una pagina sul sito del Comune ad aprile 2014) ancora esistenti in città, con l’intenzione ribadita dall’assessore Rozza di recuperarli e valorizzarli. Propositi già abbandonati sulla strada ideologica della moschea in zona a tutti i costi.
Il sindaco Pisapia venga a fare un giro in zona per rendersi conto di persona della polveriera Via Padova, la presenza di una moschea non è sicuramente in linea con le richieste dei cittadini della zona, già oppressi da una situazione spesso invivibile.
Silvia Sardone Marzio Nava (Consiglieri F.I. zona 2)
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