Milano 13 Dicembre – Vorrei tanto essere Dante per creare un girone infernale ad hoc, solo per Salvatore Buzzi, dove quel “Lasciate ogni speranza voi ch’intrate” fosse la condanna esemplare per chi ha irriso, speculato, rubato sulla pelle dei più deboli, degli indifesi, dei poveri. Ma non per una forma di giustizialismo facile e istintivo, ma per il disprezzo espresso senza riserve, quasi fosse un trofeo contro chi ha bisogno di assistenza e di aiuto. La giustizia dirà quanto, quando e come i reati di imputazione siano veri o enfatizzati, comminerà le pene adeguate, ma a me per una condanna immaginaria bastano le affermazioni pubblicate sul Corriere. Si parla di un sms inviato a Capodanno del 2013 a Angelo Scozzafava, all’epoca direttore del dipartimento Promozione dei servizi sociali e della salute del Campidoglio. Il testo (gli errori di ortografia sono nell’originale) recita: «Speriamo che il 2013 sia in anno pieno di monnezza, profughi, immigrati, sfollati, minori, piovoso così cresce l’erba da tagliare e magari con qualche bufera di neve: evviva la cooperazione socialee».
Sì, evviva la cooperazione sociale, vista non come attenzione sensibile e altruistica, ma come occasione per guadagnare, fare profitti…e chi se ne frega delle sofferenze, delle difficoltà, del bisogno.
Un cinismo che fa rabbrividire, che parla di grettezza, di insensibilità, di ipocrisia. Un cinismo che spinge allo sdegno.
Un girone solo per lui, dove, per la legge del contrappasso, le lingue di fuoco previste per i violenti contro il prossimo, avessero il nome delle migliaia di vittime inconsapevoli del suo agire. E lo sterco previsto per gli adulatori e i mentitori fosse l’habitat della punizione.
E scusate se la rabbia e lo sdegno richiamano il sommo Poeta per definire dove e come punire l’insensatezza di Salvatore Buzzi.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano