LAVORO: APREA “LE NOSTRE POLITICHE HANNO PRODOTTO NEL 2014 OTTIMI RISULTATI”

Attualità Lombardia

Milano 2 Gennaio – “A fine 2014 possiamo fare un bilancio certamente positivo del lavoro svolto in questi mesi, sia con ‘Garanzia Giovani’ che con l’esperienza più consolidata di ‘Dote unica lavoro’”. Lo dichiara Valentina Aprea, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, a fronte della pubblicazione, sul sito www.garanziagiovani.regione.lombardia.it, dell’ultimo report settimanale del 2014 relativo all’andamento di ‘Garanzia Giovani’ in Lombardia.

 “In Lombardia abbiamo realizzato un sistema compiuto e avanzato di politiche attive per il lavoro, universali, efficaci ed efficienti – sottolinea l’assessore Aprea -. Con orgoglio abbiamo visto come i principi alla base del nostro sistema lombardo – organizzazione del mercato del lavoro basata sull’accreditamento di servizi pubblici e privati, orientamento al risultato, servizi personalizzati, costi standard – sono stati recepiti sia nel programma nazionale di ‘Garanzia Giovani’ che nel nuovo contratto di ricollocazione introdotto dai decreti attuativi del ‘Jobs Act’, mostrando di avere tutte le caratteristiche per diventare il modello per lo sviluppo delle politiche attive in Italia”.

 “Anche i numeri dimostrano il successo del nostro modello operativo – sottolinea Aprea -. Con ‘Garanzia Giovani’ sono 9.180 i giovani presi in carico dai nostri enti pubblici e privati accreditati, di cui 6.046 già attivati nel mercato del lavoro. Mentre la ‘Dote unica lavoro’ ha coinvolto, in poco più di un anno, oltre 47.000 persone, di cui 30.000 già inseriti nel mercato del lavoro”.

 “A fronte di questi esiti – prosegue la responsabile del Lavoro in Lombardia -, ci preoccupa però il quadro normativo che si sta delineando con i decreti attuativi del ‘Jobs Act’, che rischiano di stravolgere la nostra organizzazione del mercato del lavoro e il nostro modello di politiche attive”. “Il Governo – spiega – mostra di non avere ancora chiaro il disegno complessivo sull’organizzazione del mercato del lavoro, ma sembra evidente che voglia trasformare i Centri per l’impiego nella porta d’accesso alle politiche attive, tacendo totalmente sulla modalità con cui non intende costruire la collaborazione, o la competizione, tra Pubblico e Privato”.