Milano 2 Gennaio -Ho messo il vestito rosso: oggi dopo il bilancio personale di un anno incolore, voglio che la vita abbia un colore e che sia il rosso dell’allegria. Perchè misurare il tempo è già vita.
Inutile dare una logica alle sensazioni, alle illusioni non mantenute, inutile ascoltare il borbottio di un’anima che avrebbe voluto fare o avere, inutile cercare il perché della delusione di un cuore che volava verso l’infinito di una perfezione che non c’è, che non esiste nelle umane cose, negli incontri quotidiani, nel giocare la vita. Ma si possono fermare le immagini, si possono cristallizzare gli istanti felici, si può sfogliare il tempo come fosse un fiore prezioso, con il profumo delle buone intenzioni, dell’ottimismo.
Con il mio vestito rosso voglio attraversare i giorni con i colori della tenerezza e della speranza, voglio raccontare a me stessa che, sì, la vita può essere giocata su un trapezio di improvvisazione e di fantasia, rinnovando canti e sogni. Per quell’amore che devo a me stessa, nei momenti di malinconia o di dolore, nelle occasioni di difficoltà o di abbandono. Con la forza e la tenacia che sono la premessa ad una vittoria sicura, con la consapevolezza che, comunque, le avversità possono essere annientate con l’intelligenza e la volontà
Un vestito rosso: è questo il mio augurio ai lettori del giornale.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano