100 giorni a Milano al centro del mondo

Fabrizio c'è Milano

Milano 21 Gennaio – Mancano 100 giorni all’Esposizione Universale di Milano. Saremo pronti? Certamente si come è nella tradizione e nello spirito di questa grande e laboriosa città.

I padiglioni saranno un felice connubio della migliore architettura internazionale, leexpo2 capacità delle maestranze italiane, il design milanese. Il tema scelto 8 anni fa da Letizia Moratti è veramente la sfida dell’umanità, ma anche una delle poche carte che l’Italia può giocare nella competizione globale.

L’Expo può sembrare una reminiscenza dell’800 con la sua quasi ingenua finalità di trasmettere conoscenza e progresso tra gli Stati, ma se ben concepito è un evento politico e culturale di portata storica e una grande leva di sviluppo e di marketing territoriale per il paese che lo ospita.

A questo evento bisogna avvicinarsi facendo fronte comune in nome dell’interesse nazionale, mettendo da parte le fazioni e i distinguo che tanto ci appassionano come italiani. Certo ci sono, e ci saranno sempre, gufi e “tafazzi”  che cercheranno di rovinare la festa. Non importa.

Ma la qualità dello stile, della creatività e dell’ospitalità, il piacere dell’arte e dello shopping, la innata capacità milanese di essere ponte tra nord e sud in nome degli affari come della expo3solidarietà porteranno Expo2015 ad avere la meglio su tutto, anche su errori e carenze che naturalmente ci saranno.

Avrà la meglio sul solito Governo romanocentrico che ha lesinato le risorse, avrà la meglio su un Sindaco mediocre che non riuscirà a completare metropolitane e svincoli stradali previsti per l’evento. Avrà la meglio sull’Italia disfattista e nichilista che ogni giorno critica senza pensare a dare un futuro ai suoi figli.

Allora usiamo questi 100 giorni per rendere Milano ancora più bella, accogliente, vitale. Perché Milano non è solo le sue istituzioni ma ognuno di noi.

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Milano Post