YOM HASHOAH: IL GIORNO DELLA MEMORIA

Attualità

Milano 27 Gennaio –                     27 Gennaio 1945, 27 Gennaio 2015.

70 anni sono passati da quando l’Armata Rossa sovietica liberò i prigionieri ebrei destinati alle camere a gas, volute dalla follia nazista del campo di sterminio di Auschwitz.

E più di 60 anni ci sono voluti all’ONU per istituire, con tanto di risoluzione, il Giorno della Memoria.

Non dimenticare”, questo è lo slogan, due parole, semplici, facili da memorizzare. “Non dimenticare”.

E non si deve dimenticare la drammatica odissea di un popolo che a causa di un’ideologia politica folle ed assassina, alleata ad una religione altrettanto disumana, ha dovuto subire.

Non dimenticare”, e infatti non bisogna dimenticare che il Nazismo si unì all’Islam tramite il Gran Muftì di Gerusalemme Amin al-Husseini che in Medio Oriente cercò di istituire la stessa macchina di morte che Hitler istituì in Europa.

La conoscenza che ebbe il Muftì dell’Olocausto ebraico mentre viveva nella Germania nazista è stata dibattuta con lo stesso Muftì, che negava ogni conoscenza in proposito prima della guerra. Testimoni presentati al Processo di Norimberga accusarono tuttavia il Muftìhitler-mufti non solo di avere avuto consapevolezza dell’Olocausto ma anche di avere incoraggiato attivamente l’avvio dello sterminio degli ebrei europei. Il vice di Adolf Eichmann, Dieter Wisliceny testimoniò durante il processo per crimini di guerra del 1946 che: Il Muftì fu uno dei propugnatori dello sterminio sistematico del giudaismo europeo e fu un collaboratore e consigliere di Eichmann e di Himmler nella realizzazione di questo piano. Fu uno dei migliori amici di Eichmann e lo incitò costantemente ad accelerare le misure dello sterminio. Ho sentito dirgli che, accompagnato da Eichmann, aveva visitato in incognito le camere a gas di Auschwitz

Quando la Croce Rossa si offrì di mediare con Adolf Eichmann in uno scambio di prigionieri di guerra che avrebbe comportato la liberazione di cittadini tedeschi per 5.000 bambini ebrei inviati  al campo di concentramento di Theresienstadt (Repubblica Ceca), al-Ḥusayni intervenne di persona con Heinrich Himmler e lo scambio fu annullato.

Tra le azioni di sabotaggio organizzate da al-Ḥusayni vi fu un attentato che si sviluppò assaltando un impianto chimico sito a Tel Aviv la seconda città più grande del Medio Oriente, a abitata a maggioranza da cittadini ebrei.  Secondo i rapporti del tempo cinque paracadutisti furono inviati con un carico di tossine per inserirlo nel sistema idrico. La polizia catturò gli infiltrati in una caverna presso Gerico e, secondo il comandante del distretto di polizia di Gerico, Fayiz Bey Idrīsī, il laboratorio aveva determinato che ogni contenitore portava abbastanza veleno per uccidere 25.000 persone, e gli attentatori avevano 10 contenitori con loro.

Recenti documenti nazisti scoperti nel ministero degli Esteri tedesco e nel Servizio degli Archivi Militari di Friburgo da due studiosi, Klaus Michael Mallmann dell’Università dimuftiStuttgart e Martin Cuppers dell’Università di Ludwigsburg, indicano che, nell’evento che portò alla sconfitta la Gran Bretagna in Egitto ad opera dell’Afrika Corps del Feldmaresciallo Erwin Rommel, i nazisti avevano progettato di inviare un’unità speciale, chiamata Einsatzkommando Agypten per sterminare gli ebrei di Palestina e che essa cercava il sostegno arabo per evitare il sorgere di uno Stato ebraico. Nel loro libro i ricercatori concludevano che il più importante collaboratore dei nazisti ed un arabo del tutto anti-semita (nel senso di anti-ebraico) fu il Ḥajji Amin al-Ḥusayni,, il Mufti di Gerusalemme. Secondo gli studiosi tedeschi, al-Ḥusayni fu il primo esempio di come arabi e nazisti fossero diventati amici a causa dell’odio per gli ebrei. Al-Ḥusayni ebbe incontri varie volte con Adolf Eichmann, il capo degli organizzatori di Adolf Hitler per l’Olocausto

Non dimenticare”, e non dobbiamo dimenticare i morti, non dobbiamo dimenticare che l’Europa e la Chiesa tradirono il Popolo Ebraico. Non dobbiamo dimenticare  quei sei milioni di morti, non dobbiamo dimenticare, o non dovremmo dimenticare, che oggi il Popolo di Israele vive! Ed oggi come 70 anni fa è in pericolo (e noi con esso) ma l’Europa, in nome del petrolio e dalla sempre crescente sua islamizzazione, è ancora pronta a tradirlo.

Oggi come 70 anni fa , quel sentimento anti-semita è più vivo che mai.

“Non sono contro gli ebrei ma contro il Sionismo”, “Non odio gli ebrei ma odio il Sionismo”. In altri termini, gettando la maschera dell’ipocrisia “Non sono contro gli ebreiAuschwitz_Liberated_January_1945ma sono contrario al fatto che abbiano una casa, uno stato, un territorio dove possano vivere”.

Ecco, è con queste frasi che l’anti-semitismo si presenta oggi sul palcoscenico del mondo democratico (o presunto tale), un anti-semitismo nazista che nel frattempo, in tutti questi anni, si è tolto la croce uncinata adottando la falce (anche di luna se necessita) ed il martello: “Non odio gli ebrei ma odio il Sionismo”, non sapendo nemmeno cosa sia il Sionismo, cosa preveda, quali correnti (anche socialista) abbiano lasciato il segno nella dottrina, nell’ideale, del Sionismo.

Ricordiamoci dei morti: uomini, donne, bambini, vecchi. Ma dobbiamo ricordarci anche dei vivi: 70 anni fa il popolo ebraico era debole, vi fu il folle e sanguinario tentativo di sterminarlo. Oggi i discendenti di quei morti sono pronti a combattere non solo perché non si dimentichi ma anch e soprattutto affinchè  quegli orrori non si ripetano mai più verso nessun essere umano.

Eppure c’è, tra i sostenitori degli pseudo-liberatori, chi, nel giorno del 25 Aprile, caccia gli ebrei dalle manifestazioni in ricordo della Liberazione, sventolando la bandiera di uno pseudo-stato che 70 anni fa fu fedele alleato del Nazismo ed oggi basa parte delle sue leggi su quegli ideali di morte e di sterminio del popolo di Israele.

Ma nonostante tutto “AM YISRAEL CHAI!” (Il Popolo di Israele vive!)

Am-Yisrael-Chai