DALLA PRIMAVERA ALL’INVERNO, DAI GELSOMINI AI CRISANTEMI.

Attualità

Milano 16 Febbraio – 18 dicembre 2010, questa è la data, che tutti i politici “progressisti” europei ed americani hanno elevato giorno dell’inizio della “Primavera araba” che, teoricamente, avrebbe dovuto spodestare delle dittature e sostituirle con regimi democratici.

Nulla di più falso: il piano era diverso, pericoloso, era l’inizio di quella espansione che l’Islam, nei secoli precedenti, non è riuscito a compiere, quella fallita espansione del suo sanguinario credo politico-religioso.

Fateci caso: le rivolte avvennero in Tunisia, Libia, Egitto, Siria, Yemen. Tutti paesi governati sicuramente da dittatori ma laici. In Arabia Saudita, dove alle donne è stato permesso solo recentemente di poter guidare un’auto, ma solo se accompagnate da un uomo (fratello, marito o padre), dove la promulgazione delle leggi vengono regolate dalla Sharia, dove vige un sistema teocratico che nulla ha da invidiare alla Santa Inquisizione di medievale memoria, nessuno ha protestato. In Arabia Saudita così come in altri stati del Golfo come il Qatar, gli Emirati Arabi o il Kuwait. Il fatto che le rivolte avvennero in paesi arabi “laici”, avrebbe dovuto far comprendere all’Occidente che i regimi successivi avrebbero potuto avere delle derive altrettanto dittatoriali oltreché teocratiche, ma, considerato che i registi di quelle rivolte sono ormai radicati nel nostro tessuto sociale e finanziano anche e soprattutto i partiti politici sedicenti “progressisti”, i governi politicamente corretti hanno preferito, come al solito, nascondere la testa sotto la sabbia ed ora ne raccoglieremo i risultati: frutti amarissimi che politici e clericali dovrebbero pagare per primi.

In un’intervista avvenuta ieri, domenica 15 febbraio, al quotidiano Il Messaggero, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti ha dichiarato che “l’Italia è pronta a guidare in Libia una coalizione di paesi della regione, europei e dell Nord Africa, per fermare i progressi del califfato che si è attestato a 350 chilometri dalle nostre coste”.

Si ritiene inoltre che l’incursione in Italia di terroristi jihadisti arrivati su imbarcazioni che trasportano illegalemte i clandestini “non è stata esclusa”. Illegalmente signora Pinotti? Quindi l’operazione Mare Nostrum era illegale? Caro ministro, i terroristi, in Italia, li ha fatti entrare Lei. Lei ha dato a disposizioni le navi militari pagate dai contribuenti italiani, Lei, così facendo, li ha finanziati, Lei li ha nutriti, Lei e il suo collega degli Interni avete innescato delle bombe ambulanti e ora non sapete minimamente dove esse siano nel nostro territorio. Certo Alfano ha affermato che tutto è sotto controllo ma come posso fidarmi delle dichiarazioni di un politico che non sa neanche a quale schieramento politico-ideologico appartenga?

Nei mesi scorsi, l’aeronautica egiziana, insieme ai caccia degli Emirati Arabi Uniti, hanno condotto dei bombardamenti nell’area orientale della Libia, nel tentativo di bloccare l’avanzata delle armate del califfato ma l’Italia dove stava? Con Chouki (deputato del PD ed esponente dei Fratelli Musulmani in Italia, quindi legato ideologicamente al califfato) avete snobbato quelle azioni militari e gli sforzi in seno alla politica estera si sono concentrati contro il diritto di autoaffermazione della popolazione russofona dell’Ucraina e, ovviamente, contro Israele, appoggiando politicamente, ideologicamente e finanziariamente, le cellule del califfato nella Striscia di Gaza: Hamas.

Come al solito, l’Italia, ha condotto un gioco pericoloso, sciorinando al mondo la sua ipocrisia, la sua totale sottomissione all’inetto della Casa Bianca e conducendo una farsa che ha esposto la popolazione italiana ad un pericolo che non ha precedenti.

Lodevole l’intenzione di contrastare l’Isis in Libia ma questa guerra si dovrà combattere su due fronti: fuori e dentro i nostri confini, poiché il nemico non ha conquistato solo Sirte ma oggi si trova a Roma, a Milano, a Torino, a Bologna e nel resto dell’Italia.

La sottomissione ad Obama, la mancanza di una politica di maggior autonomia energetica,  la politica estera italiota ed europea apertamente filo-terroristica, il buonismo, il politicamente corretto, le speculazioni delle cooperative rosse e bianche hanno esposto l’Italia al rischio di attentati in nome di Allah, al rischio di una guerra che sarà breve solo se si agirà con coerenza e determinazione. Se dovessimo fare dei paragoni, dobbiamo combattere contro l’Isis utilizzando lo spirito della Giordania che in una settimana di bombardamenti ha distrutto il 20% delle forze jihadiste in Siria, al contrario di Obama che in due mesi di bombardamenti utilizzando cacciabombardieri e missili lanciati dalle navi USA che incrociano nel Mediterraneo non ha scalfito minimamente le forze terroristiche: che la Casa Bianca stia bleffando nella lotta contro l’Isis ormai è un fatto accertato dai risultati e dalla logica.

Ora il governo italiano deve agire, se rappresenta gli italiani, slegandosi dalla politica “non politica” di Washington ed avere il coraggio di accusare apertamente Obama, Sarkozy e Cameron della situazione che si è venuta a creare nella sponda meridionale del Mar Mediterraneo.

Il tentativo di Francia e Gran Bretagna di impossessarsi dei giacimenti di gas e petrolio libici, cercando di tagliare i rifornimenti energetici alla Russia e all’Italia e l’assenza di strategia politica nel supportare i Fratelli Musulmani da parte di Obama hanno contribuito a rendere l’Isis una forza potente e quasi inespugnabile che si potrà sconfiggere solo prendendo coscienza che non si dovrà agire solo militarmente ma anche culturalmente, valorizzando la cultura e le radici dell’Occidente, e, politicamente, abbandonando le velleità di un popolo inventato di creazione di una stato mai esistito.