Il racket dello spaccio colpisce in Via Gola. Che aspettano le istituzioni a intervenire?

Fabrizio c'è Milano

Milano 16 Febbraio – Abbiamo scritto una settimana fa che Via Gola, sui Navigli, è terra di nessuno. In Commissione per 2 sedute ho contestato la decisione di non programmare sgomberi in quella zona per non creare scontri con i centri sociali. Entrambe le volte Granelli ha sdegnosamente risposto che non esistono zone franche. Aler ha però confermato che al tavolo Prefettura Comune e Forze dell’ordine hanno stabilito che gli sgomberi programmati, quelli dove si manda via con la forza ma anche con gli assistenti sociali chi occupa da tempo, non devono essere fatti dove i Centri sociali sono presenti e potrebbero dare vita a resistenze violente.

Ieri in Via Gola è stato fatto esplodere un ordigno a scopo intimidatorio contro un bar. Al posto del Bridge bar prima c’era un distributore automatico di bevande che era la base logistica di tanti spacciatori della zona.

Da quel momento un profluvio di parole di condanna contro l’attentato da parte del Sindaco e compagni.

Ma perché non si sono aperti gli occhi prima? In quella via gli spacciatori nordafricani controllano non solo lo spaccio, ma anche le occupazioni abusive. Gli stessi personaggi che spacciano si mischiano poi ai Centri sociali per protestare in maniera violenta, agitando parole come bisogno, diritto alla casa, lotta alle ruberie di Aler etc etc.

Le persone che oggi vengono criticate per la ” mafiosita” dell’attentato sono le stesse con cui si cerca il dialogo per fare ” tavoli” sulle case occupate, sugli spazi da assegnare ai violenti etc.

Ora di fronte a questa sfida del racket che cerca di imporre la sua legge ai commercianti, ci auguriamo che Sindaco e Prefetto rispondano nell’unico modo serio che esiste: facciano rispettare tutte le leggi in Via Gola. Piuttosto mandino un battaglione di uomini ma sgomberino dalle case popolari le centrali dello spaccio.

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Fabrizio De Pasquale