Milano 19 Febbraio – Mentre il governo italiano, asservito alla Casa Bianca, discute su come compiacere i terroristi dell’Isis attestati a 340 chilometri dai nostri confini meridionali, intervistato martedì sulla sua posizione su una risoluzione del Consiglio di sicurezza per un intervento militare in Libia, il presidente egiziano ritiene che “non c’è alternativa”.
Il presidente al-Sissi ha confermato martedì che l’Egitto chiede una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per l’intervento di una forza militare internazionale in Libia, dopo l’uccisione di 21 copti da parte del gruppo jihadista che fa capo ai Fratelli Musulmani.
Sull’emittente francese Europe 1, Abdel Fattah al-Sissi ha parlato in merito ai bombardamenti iniziati contro le posizioni dell’Isis il Libia in risposta alla strage compiuta dai terroristi ai danni di 21 cristiani: “Non avremmo voluto intervenire in Libia”, dice al-Sissi che sostiene di voler rispettare la sovranità del governo di Tobruk, riconosciuto a livello internazionale. “Ma quello che è successo è un crimine mostruoso e non permetteremo loro di uccidere i nostri figli innocenti”, chiedendo una risposta unitaria da parte della comunità internazionale.
Alla domanda circa la sua posizione su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza per l’intervento in Libia, il presidente egiziano ritiene che “non c’è alternativa. Dobbiamo lavorare insieme per combattere il terrorismo”, ha detto, deplorando il fatto che “ per molto tempo la comunità internazionale è stata inerme dinnanzi al deterioramento della situazione in Libia”.
E’ inoltre necessario, ha aggiunto, la revoca dell’embargo sulle armi per l’esercito libico “per dare alla Libia la possibilità di difendere il suo popolo”.
Lunedì, Francois Hollande e il suo omologo egiziano hanno chiesto alle Nazioni Unite di riunire il Consiglio di sicurezza per discutere sulle “nuove misure” da intraprendere contro l’Isis. Il Consiglio di Sicurezza al momento si è limitato a condannare “l’atto vile e odioso” di Daech , che dimostra ancora una volta la brutalità delle milizie del califfato.
Inoltre i due Paesi, Francia ed Egitto, hanno anche firmato un accordo per l’acquisto di 24 aerei da combattimento Rafale da parte del paese africano. Dopo aver acquistato elicotteri dalla Russia e aerei dalla Francia, l’Egitto cerca sempre più di smarcarsi dai rapporti di partnership con gli USA che si sono dimostrati i peggiori nemici della democrazia in nord Africa dopo i Fratelli Musulmani.
Intanto, dopo due giorni di continui bombardamenti, l’esercito de Il Cairo ha iniziato un’azione militare di terra nell’area di confine con la Libia al fine di stanare e distruggere altri obbiettivi dell’Isis.
E mentre la situazione libica sta per essere riportata alla normalità dagli egiziani, un nuovo fronte si sta aprendo in Tunisia: un attacco terroristico al confine algerino-tunisina è avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì in cui quattro poliziotti tunisini sono stati uccisi in una zona dove un gruppo jihadista legato ai Fratelli Musulmani è attivo da dopo la “Rivoluzione dei gelsomini”. Il ministero dell’Interno ha annunciato che il 18 febbraio, a seguito di un attentato terroristico in Boulaaba nel governatorato di Kasserine, quattro agenti della Guardia Nazionale sono stati martirizzati”, ha detto il ministero in una breve dichiarazione non fornendo ulteriori dettagli.
L’auto della gendarmeria sulla quale viaggiavano i quattro agenti è stata vista da alcuni testimoni crivellata di proiettili sul lato di una strada a pochi chilometri dalla città di Kasserine.
Un account di Twitter vicino a La Falange Okba Ibn Nafaa (questo il nome del gruppo terroristico islamico autore dell’attentato) ha accolto con favore l’attacco di mercoledì pubblicando il seguente testo: “D-o è il più grande, sia lode a D-o, una pattuglia della guardia pagana è stato attaccata nei pressi del monte Boulaaba Chaambi, uccidendo quattro gendarmi”.
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.