Salviamo il Parco Sempione da chi vuole occuparne il paesaggio

Fabrizio c'è Milano

Milano 19 Febbraio – E’ sempre l’effimero l’unica preoccupazione della sinistra ecochic che governa Milano.

Ultima puntata la risistemazione di una scultura di Alberto Burri nel grande pratone centrale del Parco Sempione.

I meno giovani ricorderanno che dal 1973 all’89 in quella zona del Parco era collocato una sorta di palcoscenico di cemento bianco all’aperto. Era una installazione di Alberto Burri, per la XV Triennale, denominata Teatro Continuo, che a differenza di altre opere rimase, degradata e imbrattata, fino a quando una notte del 79 il Comune la fece demolire.

Il ventennio 70/90 è il momento peggiore del Sempione che sembrava lo Zoo di Berlino per frequentazioni e abbandono. Poi con l’amministrazione Albertini viene recintato e risistemato e torna a vivere per la gioia di bambini e famiglie.

Oggi l’amministrazione vuole ricollocare la scultura, che sarà restaurata con il contributo di 150.000 dello studio legale NCTM e sarà presa in carico da Fondazione Triennale per la gestione.

Benissimo, se non fosse per la collocazione, che va a interferire con lo stupendo cannocchiale visivo tra l’Arco della Pace e il Castello.

Un paesaggio intatto dal 1889 si dovrebbe imporre su una scultura installata temporaneamente per una esposizione.

Sembra ragionevole preservare questo secolare paesaggio milanese collocando la scultura restaurata di Burri in un altra zona del Parco oppure addirittura in un altro importante contesto cittadino.
A pensarla così è l’Associazione Perilparco, che da 25 anni, sull’esempio del Central Park di New York, raccoglie fondi e aiuta il Comune nella riprogettazione. E un comitato di vari residenti e cittadini che hanno scritto al Comune sia per tutelare il paesaggio, sia per segnalare i possibili usi impropri che già portarono al degrado e all’abbattimento dell’opera di Burri.

Queste posizioni ragionevoli cozzano contro l’idea del Vicesindaco De Cesaris e la pretesa dello sponsor di avere lo sfruttamento di una immagine simbolo di Milano, cioè il cannocchiale visivo del Parco con la scultura in mezzo.

Abbiamo chiesto di parlarne in Consiglio. Speriamo che chi ha a cuore il Parco, il paesaggio e l’architettura di Milano si svegli.

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Fabrizio De Pasquale