REGIONE LOMBARDIA DIFENDE I COMUNI DAI TAGLI DI RENZI

Lombardia

Milano 22 Febbraio – “I tagli, il ‘Patto di Stupidità’, le incertezze legate all’attuazione della Legge Delrio, con la nascita delle Città Metropolitane e la fine delle Province, la Riforma Costituzionale del Governo, hanno messo in pericolo le Autonomie Locali. Su 16,6 miliardi di tagli alla spesa pubblica contenuti nella Legge di Stabilità 2015 il 49% è a carico di Regioni, Province e Comuni. Una cosa inaccettabile“. Lo ha detto Claudia Maria Terzi assessore regionale Ambiente Energia e Sviluppo sostenibile intervenendo su delega del presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni alla sesta Assemblea Nazionale ANCI Giovani che si è aperta all’Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli, a Milano, sede del Consiglio regionale della Lombardia.

Ai lavori hanno partecipato anche il presidente ANCI Piero Fassino, sindaco di Torino, FassinoNicola Chionetti, coordinatore nazionale ANCI Giovani e Luca Della Bitta, presidente della Provincia di Sondrio e vice coordinatore ANCI Giovani. Tra i presenti anche l’assessore regionale allo Sport e Politiche per i giovani Antonio Rossi.

Non è facile per il sindaco di un Comune – ha sottolineato l’assessore Terzi che è stata sindaco di Dalmine (BG) dal 2009 al 2013 – doversi muovere in questa fase di confusione istituzionale e incertezza finanziaria. Figuriamoci per un sindaco alle prime armi, che si misura con la politica e la gestione della cosa pubblica per la prima volta. Sappiate – ha proseguito l’assessore – che Regione Lombardia è dalla vostra parte“. Durante il suo cerimonia di intitolazione del Belvedere di Palazzo Pirelli a Enzo Jannacciintervento l’assessore regionale ha ricordato le pesanti conseguenze prodotte dalla Legge di Stabilità 2015, che ha tagliato 4 miliardi alle Regioni, oltre alle sforbiciate operate dai Governi Monti e Letta. “Significano – ha spiegato Terzi – ben 930 milioni in meno per la Lombardia su un bilancio di 23 miliardi“.

Citando un tema su cui più volte ha insistito il presidente Roberto Maroni, l’assessore Terzi ha ribadito come sia rimasta lettera morta la richiesta, fatta insieme ad altre regioni, dell’adozione dei costi standard: “Avevamo raggiunto un accordo, il Patto per la Salute, che ci avrebbe dato 500 milioni in più per il nostro fabbisogno sanitario. Non se ne è fatto nulla, anzi. Siamo arrivati al punto in cui chi è più virtuoso paga di più e chi fa debito viene premiato con i soldi di chi ha risparmiato“.