Milano 25 Febbraio – Caro Pisapia, non voglio essere trattata come un rifiuto, come un ingombro da non sapere dove collocare, un oggetto che crea fastidio perché, nell’eventualità venissi posta accanto al Duomo, riuscirei solo a “ rovinare l’estetica e la prospettiva di Palazzo Reale” – parole del suo assessore alla Cultura. Ma che Cultura sarà mai se non si conoscono la storia e le tradizioni di Milano? Che Cultura si può alimentare se si prescinde dalla sensibilità popolare? Io sono il simbolo di Milano. Un simbolo religioso e popolare. Le mie braccia sono aperte nel segno dell’accoglienza e della solidarietà. Rappresento il cuore in mano dei milanesi, il loro sorriso, la loro apertura al mondo. L’idea di collocarmi im un luogo privilegiato durante l’Expo rappresentava motivo d’orgoglio per i milanesi. Era per dire, come cantava D’Anzi, “Venite senza paura, noi vi tendiamo le mani”. Come non capire? Negare a me visibilità e onore è non amare Milano, è negare il valore delle radici cristiane. E mi meraviglia che proprio lei, così attento al rispetto delle altre culture e delle altre religioni presenti in questa città, tanto da voler costruire luoghi di culto ad hoc, non senta l’esigenza di presentare Milano per quella città che è: una città generosa, profondamente cristiana. La Regione pare abbia risolto il problema: verrò collocata davanti alla sede, in piazzetta Lombardia. Rimane il rimpianto di non essere accanto al Duomo. Rimane lo stupore per tanta ottusità.
La Madonnina
Naturalmente è una lettera immaginaria che vuole esprimere l’indignazione dei milanesi.
.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano