Milano 18 Aprile – La scena è delle grandi occasioni. Il meglio del giornalismo televisivo sta là alla corte di Santoro per parlare delle solite cose note, per chiedersi come mai, perché, dov’è la coerenza della minoranza PD e porsi la domanda amletica: ma quanto è forte o debole (che poi è la stessa cosa) il plurilaudato Renzi. In campo Giordano, Mentana, Annunziata. Bersani dovrebbe, in teoria, molto in teoria, dare delle risposte logiche e significative. Ma, della serie con quel sorriso può dire quel che vuole, l’incoerenza e la vaghezza hanno fatto spettacolo. Se ne deduce che un pensiero compiuto, articolato, centrato che fosse una risposta diretta, non si è sentito. Le metafore sono divertenti nella satira di Crozza, il cha cha cha è simpatico in una sala da ballo, ma quel dire e non dire, quel considerare continue attenuanti ad un comportamento che sta diventando un tormentone politico della minoranza Pd è diventato insopportabile. Sembrerebbe impossibile giustificare l’incoerenza tra le dichiarazioni di dissenso della minoranza dem e i successivi comportamenti di resa nelle votazioni, ma Bersani ha farfugliato “Renzi è pur sempre il Segretario del mio partito”. E allora se l’atto finale è, comunque, un Obbedisco, che importanza hanno tutti i distinguo, la voce urlante della vigilia? Ma per l’Italicum sarà diverso, promette Bersani, perché “ Il rischio è di andare verso un sistema che non è né parlamentare né presidenziale. Per venti anni ho fatto la battaglia per l’uomo solo al comando. Il sistema del ‘Ghe pensi mi’ non lo accetto”. Anche se, verrebbe da dire, dal giorno dell’ascesa di Renzi tutta la sinistra, maggioranza e minoranza, è agli ordini di un Ghe pensi mi che, nella storia repubblicana, non ha precedenti. E Giordano osserva: “La battaglia sulla legge elettorale è difficilmente comprensibile. Il Paese non avverte come pericolo i capolista bloccati. Altre sono le priorità per la gente comune”. E Annunziata incalza “Non ci sono proposte alternative al Def”. Ma Bersani promette “Quando si discuterà ci saranno le proposte”. Con l’abituale e ormai consolidata moda di rimandare sempre, aspettando l’occasione parlamentare giusta, per poi votare l’immancabile fiducia che Renzi pone per tirare dritto e rottamare il dissenso. Vero è che, vista dall’esterno, la farsa messa in atto dalla minoranza del Pd fino ad oggi ha il sapore della mancanza di dignità e dell’incoerenza. Bersani, forse anche in buona fede, vive ancora in un PC strarottamato da un monarca assoluto che si chiama Renzi e non ha capito che tutto è diventato opportunismo di maniera. Ma avere la schiena dritta è altra cosa.
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Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano