Milano 19 Aprile – “La tessera al sindacato mi costa circa 140 euro l’anno. Bene, dopo quello che è successo quei soldi preferisco darli a un senza tetto, almeno lui mi dice grazie e io ho aiutato veramente qualcuno”. Questo lo sfogo di diversi dipendenti ATM che dopo l’assemblea del 17 aprile mi raccontano cosa è avvenuto durante questi incontri.
Le varie sigle sindacali avevano indetto per questo giorno un’assemblea presso i depositi Sarca e Novara, forse per trovare proseliti che sostenessero l’Accordo Expo 2015 fortemente contestato da tutti i dipendenti ATM. “Non solo non ci tutelata né a livello economico né sul tema della sicurezza – affermano i lavoratori – ma non ci rappresenta nemmeno. Nessun sindacato si è preoccupato di chiedere la nostra opinione attraverso un referendum. Siamo stati venduti al peggior offerente”.
“… A lavorare… Andate a lavorare…” parole inneggiate con slogan da stadio insieme alla disdetta in massa delle tessere sindacali, hanno comprovato ancora una volta come questi lavoratori siano stanchi di essere “sfruttati per il bene economico dei dirigenti”. Al deposito-Novara sono persino dovuti intervenire i carabinieri per sedare gli animi.
Ma le varie sigle sindacali, Filt Cgil-Fit Cisl-Uiltrasporti-Faisa Cisal-Sama e Confail-Orsa-UGL, non aspettano molto per far girare un loro comunicato dove, per ovviare al vero problema, accusano il partito della Regione Lombardia come promotore di tali scontri. “Apprendiamo che la Lega Nord si è sentita in dovere di dare dei giudizi sull’Accordo di ATM per l’Expo e sul rapporto tra lavoratori e delegati sindacali. Pensiamo che ognuno debba fare il proprio mestiere …Con l’Accordo si è data una risposta responsabile alla città e ai lavoratori, cosa che non si può certo dire di forze politiche e istituzionali”. Nulla da eccepire sui vantaggi per un servizio così ben strutturato e potenziato a fronte delle innumerevoli persone in arrivo per Expo, ma forse ci si dimentica che farlo con mezzi anticostituzionali “non è molto corretto”.
Come già raccontato precedentemente, l’accordo prevede un riconoscimento economico per chi collabora appieno con le strategia dell’azienda, ribadendo che un certo numero di assenze porta alla perdita di questi benefit. La cosa allarmante è che tra le assenze sono comprese anche quelle per infortunio, mentre quelle per permessi sindacali passano.
Il comunicato prosegue “Ci sentiamo inoltre di rassicurare …le Assemblee con i lavoratori si sono svolte in un clima costruttivo e i pochi episodi di contestazione sono circoscritti e possono essere reputati gravi solo da chi non è abituato ad avere rapporti con i lavoratori”. Frasi che sembrano un’arma a doppio taglio visto che tra le prime contestazioni dei dipendenti c’è proprio il fatto che “i sindacati non hanno rapporti con i lavoratori”. E qui la domanda sorge spontanea: e tutte le tessere sindacali stracciate rientrano nel clima costruttivo tanto declamato?
Uno dei responsabili sindacali della CUB afferma “Uno sfruttamento senza precedenti, per 89 centesimi al giorno vengono chiesti sacrifici immani per ben sei mesi”.
Nel frattempo la CUB Trasporti annuncia il prossimo sciopero per il 28 aprile di tram, bus e metro mettendone in risalto la motivazione “I lavoratori ATM BOCCIANO l’accordo siglato tra azienda e sindacati senza loro preventivo consenso”. La protesta organizzata per il 14 aprile era stata bloccata dalla Prefettura con un preciso tentativo di soffocare il dissenso, ottenendo però l’effetto contrario. “Le assemblee sin qui svolte hanno di fatto delegittimato i sindacati firmatari e le RSU …i tranvieri chiedono il ritiro della firma dall’accordo, le dimissioni dei delegati sindacali e delle RSU, nonché la sospensione dei permessi sindacali durante l’EXPO.”
La sfida di alcuni lavoratori è chiara “Adesso che fate? Ci precettate anche questo?”