Milano 30 Aprile – La polizia dell’Arabia Saudita, martedì scorso, ha arrestato un totale di 93 persone aventi legami con il gruppo Stato islamico, sventando il loro piano di compiere un attacco terroristico ai danni dell’ambasciata americana nella capitale del regno.
Il portavoce del Ministero degli Interni, il Maggiore Generale Mansour al-Turki ha detto che gli arrestati sono parte integrante di una cellula terroristica già in parte smantellatacon l’arresto di 65 persone avvenuto a marzo e che sono stati coinvolti in un progetto che includeva, come obbiettivi da attaccare, aree residenziali, prigioni e forze di sicurezza.
Le autorità saudite hanno anche interrotto la progettazione di un attentato che prevedeva l’uso di un attentatore suicida per attaccare l’ambasciata americana a Riyadh dopo aver ricevuto informazioni sul piano a metà marzo.
Il portavoce dell’ambasciata statunitense non ha, al momento, rilasciato nessun commento.
Il Dipartimento di Stato, informato già a marzo di un piano terroristico verso una missione diplomatica in Arabia Saudita, aveva fin da subito chiuso tutti i servizi consolari e le ambasciate di Jaddah e Dhahran.
Essendo l’Arabia Saudita parte integrante e attiva della coalizione guidata dagli Stati Uniti per contrastare l’Isis in Iraq ed in Siria, il gruppo terroristico ha invitato i suoi sostenitori a lanciare attacchi sul suolo saudita.
L’anno scorso, un saudita ha accoltellato un cittadino canadese, mentre questi faceva la spesa in un centro commerciale con la sua famiglia nella Provincia Orientale. Anche l’anno scorso, i sostenitori dello Stato islamico avevano attentato alla vita di un cittadino danese a Riyadh. Per la cronaca, entrambi gli uomini sono sopravvissuti agli attacchi.
Altri arresti, che coinvolgono presunte cellule dello stato islamico sono avvenute, in Arabia Saudita, a capodanno; azione, quest’ultima, che ha portato all’arresto di 15 persone, tutte appartenenti ad un gruppo addestrato all’uso di esplosivi.
Sempre nella mattinata di martedì, la polizia ha arrestato un membro operativo dell’Isis ricercato per l’uccisione di due agenti di polizia a Riyadh all’inizio di aprile, si tratta di Nawaf al-Enezi, 29 anni, cittadino saudita, che è stato preso in custodia dalle autorità saudite dopo un conflitto a fuoco in cui il terrorista è stato ferito.
Il ministero dell’Interno aveva emesso una taglia di 267 mila dollari di ricompensa per informazioni che avrebbero portato all’arresto del 29enne terrorista.
Anche in Italia, grazie alle indagine della polizia, riusciamo a smantellare cellule terroristiche di matrice islamica, peccato che i giudici, come nel recente caso del tribunale del riesame di Brescia, abbiano, dopo un mese dall’arresto, rilasciato i reclutatori e addestratori dell’Isis che le forze dell’ordine avevano arrestato il 25 marzo.
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.