Milano 1 Maggio – Guardare l’Expo come una opportunità eccezionale per ascoltare le infinite voci dei popoli che hanno fame, che sono esclusi dal mondo civile, che soffrono per una situazione di estremo disagio economico e sociale. E se lo sguardo diventerà speranza e volontà di soluzione, sarà un successo costruttivo che va al di là dell’evento, al di là della Kermesse sfavillante che Milano ha predisposto. Sarà proiettare luce e concretezza, soprattutto dove non c’è autonomia alimentare, dove non c’è sicurezza, dove la vita conta ancora, anche oggi, poco o niente. I popoli parlano, sono presenti e chiedono giustizia sociale all’umanità intera, ai Paesi più ricchi, alla tecnologia, alla creatività, alla solidarietà. L’Expo serve per mettere a confronto idee innovative, tecnologie innovative nell’ambito dell’alimentazione perché il diritto al cibo è un diritto inalienabile, un diritto che dà dignità alla vita. E se nel 2050 il mondo ospiterà 9 miliardi di persone, il cibo per tutti sarà un problema: una visione per il futuro è quindi un obbligo di oggi che non si può rimandare. Ma l’Expo è anche una eccezionale occasione di dialogo, di apertura, di collaborazione per affermare che si può condividere, che si può essere e stare insieme nella diversità di tradizioni, etnie, civiltà per una finalità comune
Saranno presenti 139 Stati, quattro organizzazioni internazionali: ONU, Commissione Europea, Comunità Caraibica e Forum delle isole del Pacifico, oltre a 10 organizzazioni della società civile e 25 aziende in veste non-ufficiale.
Milano ha messo in campo le voci più significative e attrattive perché sia un’occasione di conoscenza e di proficuo riscontro economico e, nonostante i ritardi, gli scandali e gli errori, è pronta ad accogliere i 20 milioni di visitatori che, si presume, arrivino per visitare l’esposizione. E se qualche sbavatura organizzativa si verificherà, la simpatia e la creatività non mancheranno.
I giornali da giorni danno voce ai preparativi e alle iniziative promosse per il grande evento, ma nessuno ha ricordato il merito di Letizia Moratti che, allora, tra le polemiche ottuse, ma con lungimiranza ha fortemente voluto ed ottenuto che Milano fosse per sei mesi capitale del mondo. E l’amministrazione comunale presieduta da Pisapia ha ritenuto di non invitarla, per non riconoscere il valore della scelta a suo tempo perseguita da un Sindaco non arancione.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano