Milano 15 Maggio – È venerdì 8 e sono circa le 23. Mario (ndf) sta guidando il suo autobus della linea 80. Tutto procede regolarmente fino alla fermata di piazza Amati. Qui tutto si ferma. Alla fermata scendono alcune persone ma una di queste, probabilmente colta da un raptus di follia, va al parabrezza del bus, prende uno dei tergicristalli e lo scaglia con violenza sul vetro anteriore fino a romperlo. Non ancora contento si avvicina a uno degli specchi piegandolo quasi a staccarlo. Ma il folle non è ancora soddisfatto: sotto gli occhi attoniti dell’autista e dei passeggeri, raccoglie un sasso e lo scaglia sul lunotto posteriore mandandolo in frantumi. Nonostante un militare, presente alla scena, abbia provato a fermarlo, l’inebetito è riuscito a fuggire. Tutto in pochissimi minuti. Unica azione rimasta da fare all’autista è stata quella di riportare il bus in deposito, mentre circa 15 persone rimanevano per strada ad aspettare il mezzo successivo.
Qualche sera dopo, lunedì 11, Carlo (ndf) è fermo al capolinea di De angeli. Sono le 22.40 quando un individuo sale sul bus con cane e bici a seguito. Carlo deve ripartire alle 22.56 e chiede a questa persona di scendere perché non solo il cane era sprovvisto di museruola ma in più sul bus non era consentito portare biciclette, non trattandosi di quelle richiudibili ed essendo potenzialmente pericolosa per gli altri passeggeri. Non avendo gradito l’invito a sloggiare, seppur chiesto con cortesia, il folle di turno comincia a inveire contro Carlo con epiteti di ogni genere e minacciandolo che lo avrebbe raggiunto al deposito per “menarlo”, inoltre gli ordina di portarlo a casa perché lui era in possesso dell’abbonamento. Carlo non si smuove dalla sua posizione. La sicurezza degli altri passeggeri non era argomento di discussione. Visto il temperamento bellicoso, il paziente autista chiama la sala operativa per chiedere istruzioni. Viene inviata, circa venti minuti dopo, l’auto-radio con a bordo due responsabili di Carlo che, nel cercare di prendere in mano la situazione, invitando a loro volta il pazzoide a scendere e, visto che quest’ultimo si era già cimentato nel prendere a pugni la porta della cabina dell’autista con l’intento di colpire Carlo, minacciano l’intervento delle Forze dell’Ordine. Ci sono voluti ben 40 minuti per convincere lo stralunato passeggero a scendere facendo partire con quasi mezz’ora di ritardo tutti gli altri passeggeri a bordo.
Episodi del genere ne capitano ogni giorno e su quasi tutti i percorsi. Quello che a volte si dimentica è che la sicurezza è un argomento di interesse non solo per i dipendenti ATM ma anche per i passeggeri. Già in un precedente articolo dove ho trattato l’argomento sicurezza dal punto di vista dei commercianti sotto le linee metropolitane, ho voluto rendere noto quanto la mancanza di sicurezza fa paura a molti: dipendenti ATM, commercianti, edicolanti, passeggeri.
In una precedente interrogazione, dove chiedevo quali metodi di prevenzioni si sarebbero adottati per la sicurezza di dipendenti e passeggeri, l’assessore Granelli ha ritenuto opportuno mantenere il silenzio stampa mentre l’assessore Maran, che in un suo precedente comunicato dichiarava “le aggressioni sono diminuite”, rimandava attraverso il suo ufficio stampa a sue interviste rilasciate ad altri giornali dove sosteneva che l’aumento di telecamere sarebbe servito da deterrente per i violenti.
…e meno male!