Milano 15 Maggio – “Non andare via…sarò l’ombra della tua ombra, non andare via…” canta ogni sera la dolce moglie di Pisapia al suo amato. E la tenerezza è la femminilità della devozione e dell’ammirazione. Ma il rospo della non ricandidatura a Milano è duro da digerire: troppo appagante fare la sciura del Sindaco, accettata e riverita nei grandi salotti bene, anzi benissimo di Milano, troppo bello vederlo là, il suo Giuliano a dirigere il festival stonato del consiglio comunale. Un’ubriacatura di potere che può dare alla testa perché Milano è la capitale d’Italia, perché con l’Expo è capitale del mondo, perché quel fastidioso vociare delle periferie non appartiene a Milano, è un’altra città, perché quella minoranza che si lamenta non ha capito la grandezza di un uomo che vuole l’uguaglianza, che considera alcune categorie più uguali delle altre ecc.ecc. E allora, deve aver pensato la dolce mogliettina, serve il mio aiuto, perché si riprenda Milano. Poche storie, adesso ghe pensi mi. Detto fatto tutto il circo Barnum di Repubblica, giornale presso cui lavora, si è messo all’opera con dichiarazioni di stima e di elogio incondizionato: un coro patetico di “non andare via…non andare via…” ben orchestrato dalle figure più rappresentative della testata, non ultimo il Direttore Ezio Mauro ieri sera dalla Gruber. Una specie di circonvenzione di incapaci (in questo caso i milanesi) che nelle intenzioni della moglie, che probabilmente ha predisposto il piano, dovrebbe dare buoni frutti. Ma soprattutto dovrebbe indurre Pisapia a riflettere, a ripensarci. A ricandidarsi, insomma perché l’intellighenzia di Milano lo richiede e…scusate se è poco. Per fortuna non bastano le opinioni dei giornalisti di Repubblica, perché i fatti manent. E di fatti discutibili dell’amministrazione Pisapia Milano è satura.
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Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano