MAJORINO SI CANDIDA A SINDACO E CERCA DI RACCATTARE VOTI DOVE PUÒ

Milano

Milano 19 Maggio – Non si creda che la sinistra non abbia accusato il colpo: il fallimento della sua amministrazione ha toni sempre più alti con acuti da do di petto che anche i sordi riescono a sentire. Capire che a Milano c’è pochissima trippa per i gatti di sinistra deve aver preoccupato alquanto i signori, soprattutto del PD, ma non basta smarcarsi da Pisapia e indicare nel Sindaco l’origine di tutti mali, occorre fare un piano strategico di accaparramento di voti che esuli dall’abituale consenso. Perché anche molti elettori dell’ultima tornata sono pentiti, perché i partiti non “tirano” ideologicamente come una volta, perché i milanesi sono persone del fare e chi non sa fare può anche stare a casa. E così è necessario, devono aver pensato sempre i signori del PD, cercare soluzioni diverse, usando fantasia e immaginazione, rastrellando potenzialità fino ad oggi ignorate. In quale bacino, quindi, trovare nuova linfa ad un partito diviso ed asfittico? Prima di tutto tra gli extracomunitari con il permesso di soggiorno, ammettendoli come aventi diritto ai referendum comunali (la delibera è di qualche mese fa). Un passo avanti verso una regolarizzazione che nel 2016 può diventare utile, anzi utilissima per dare una zampata consistente verso la vittoria. Ed è, invece, di ieri la proposta di Majorino, giovane, ambizioso e rampante esponente del partito, di adibire un luogo ad hoc per celebrare i matrimoni gay, anche senza una legge nazionale che ne regoli diritti e doveri. Un bluff di cui lo stesso Mario Mori ex Presidente dell’Arcigay milanese si accorge rispondendo puntualmente «Se si tratta delle unioni civili in discussione in Parlamento, condivido. Se si tratta di celebrare le registrazioni sul Registro che è stato gloriosamente approvato in consiglio comunale quella notte di luglio di 3 anni fa, un po’ meno. Si rischia di confondere i piani e celebrare qualcosa di diverso, dando l’idea che è possibile qualcosa che ancora non è possibile». Per dire che è ipocrisia spacciare per matrimonio gay ciò che non è. Perché anche il famoso Registro degli iscritti, dopo un immediato riscontro di entusiasmo, è risultato essere carta straccia, tanto fumo per illudere una categoria che fa solo comodo, quando sarà il momento opportuno. In sintesi una vigliaccata che tiene in poco conto i sentimenti e le aspettative degli stessi gay.

Inutili studiare scientemente e a tavolino occasioni (vedasi spot Ripuliamo Milano) e categorie che possano domani corrispondere con un voto, perché i milanesi non sono stupidi e ci vedono benissimo.