PAO, MARAN E RETAKE IN TRE ATTI

Milano

Milano 19 Maggio – Sabato 16 è scoppiata la rivolta “dei residenti” di zona 1 contro i volontari di ReTake Milano, un’associazione no profit che si occupa da 10 anni della rimozione di graffiti e oscenità dai muri di Milano senza alcun aiuto dal Comune grazie alla valorosa collaborazione di volontari. Il video che sta facendo il giro del web (autore è il Corriere della Sera) e le immagini che sono girate al TG3 ci fanno vedere quello che è successo, o per lo meno quello che vogliono farci credere sia successo.

Nel video si vedono due “papà” disperati perché i loro figli non vedranno più i murales presenti dal 2001 nei giardinetti pubblici “il capolavoro di Pao”. “Un quartiere” talmente afflitto dalla cancellazione del murales che in questi anni ha voluto dare il tocco personale con scritte oscene e deturpandolo in modo indecente.image3

Quasi una commedia neanche riuscita molto bene. Gli “attori”? Pierfrancesco Maran (Assessore alla Mobilità, Ambiente, Metropolitante, Acqua pubblica ed Energia), Pao (writter di “professione”), Elena Grandi (Presidente della Commissione Ambiente di Zona 1) e ReTake Milano.

ATTO Primo:

scena prima.

  • Dopo 3 anni di amministrazione, la Giunta si accorge che Milano è un disastro per via di graffiti e murales indecenti che campeggiano su muri e palazzi, di cui alcuni storici. A risvegliare questo tepore si poteva immaginare fossero state le devastazioni del primo maggio fatte da “centri sociali” e Black Blok. Invece è stata la risposta dei milanesi all’ennesimo attacco da parte dei facinorosi. Un Milano pronta a risollevarsi.

Scena seconda.

  • Già dal 2 maggio i milanesi sono in piazza, per ripulire i quartieri devastati. Per domenica 3 maggio, si fa appello alla città che risponde prontamente. Ed eccoli lì: pronti in prima fila il Sindaco col suo tricolore e gli assessori dormienti a marciare con i volontari come segno di protesta, cavalcando l’onda del dissenso cittadino e reclamando e rivendicando la paternità della “manifestazione”.

Ma Sindaco e assessori protestano verso chi? Soprattutto verso cosa? Sono anni che i cittadini fanno appello alle istituzioni perché venissero presi provvedimenti per graffiti e image5murales e che venissero date sanzioni più severe contro chi deturpa la città. Invece Pisapia e i suoi assessori approvano, non fanno nulla per arginare lo scempio, anzi… Ma di questo ne ho già ampliamente parlato. (vedi articolo)

ATTO Secondo

Scena Prima.

  • Nascono nuove iniziative dalla campagna “Milano non si tocca” a quella di “Bella Milano” dove, dopo il risveglio degli assessori dato dal “bacio in fronte” dei Black Blok, invitano i cittadini a mettere a disposizione braccia e tempo per ripulire alcuni quartieri di Milano. Ma solo alcuni.

Scena Seconda.

  • Le adesioni sono molte soprattutto dalle associazioni che da anni lavorano senza sosta per la riqualificazione dei quartieri. Così parte un programma dettagliato diimage4 interventi gestito da alcuni assessori e i vari consigli di zona. ReTake Milano, avendo già da marzo in agenda via Cesarino e le serrande dei negozi vicini per la data del 16 maggio e solo dopo che Elena Grandi aveva garantito che tutti i permessi erano in ordine grazie a una delibera del 5 maggio, procedono col clearing autorizzato e patrocinato dal consiglio stesso.

Le travisazioni dei Media e i commenti di sdegno del “povero e bistrattato Pao” non si fanno attendere mentre in una mail della Grandi inviata a ReTake si legge “Il tema del ripristino e della valorizzazione del murales o comunque della street art stavano dentro al progetto fin da subito …Inoltre lo stato di degrado del murales di Pao è lì da vedere nelle foto (ci è stato più volte segnalato dai residenti dell’area) che, ovviamente, i media non hanno pubblicato (ne allego una). Purtroppo le informazioni vengono spesso travisate image2e strumentalizzate …Se i cittadini, i comitati, il Comune decideranno di ripristinarlo (con i necessari permessi, coinvolgendo Pao e trovando gli strumenti economici) si potrà farlo”.

Da quello che si evince quindi, in zona 1 sono i residenti che hanno sollecitato il clearing? (scenetta dei due “papà disperati” del video a parte). Quindi lo stato di degrado era sotto gli occhi di tutti visto che la delibera riporta la data del 5 maggio?

Il “povero Pao” sulla sua pagina Facebook inveisce contro i volontari dell’associazione “L’intervento dei volontari di Retake Milano, è stato quanto meno avventato, certo il murales era scolorito, con qualche pasticcio sopra, ma è evidente che per molti era ancora preferibile al noiosissimo rosa pallido che hanno scelto. Non era meglio prima parlare con i residenti? E magari contattare chi quel muro aveva dipinto, se pur senza permesso ufficiale, con il consenso dei fruitori di quello spazio?”

Parlare coi residenti? Forse Pao non sa che i Consigli di zona fanno proprio questo: parlano coi residenti e prendono atto delle criticità che essi espongono. Gli stessi che hanno fatto appello più volte al consiglio di zona per far rimuovere lo scempio in cui si era trasformato il “suo”murales.

image3 (1)image2 (1)Il murales era semplicemente scolorito? Certo, Pao si è guardato bene dal postare immagini attuali delle condizioni del murales, per la sua immagine e per i sostenitori (delle battaglie per partito preso) era meglio mettere le foto del murales quando fu fatto nel 2001.

Ma se è così affezionato al suo lavoro, e visto che per sua ammissione non si era preoccupato dei permessi per realizzarlo, perché non lo ha tenuto in ordine in tutti questianni?

I volontari avrebbero dovuto contattare Pao? Forse Pao non si è accorto che “Pao” non è chiamato in causa per chiedere autorizzazioni e consulti proprio perchè spetta solo alle Istituzioni rilasciarle. E proprio per la bellezza dei murales di Pao che parte di esso è stato comunque preservato.

ATTO Terzo:

Scena ultima.

  • Maran porge le sue scuse a Pao e invita ReTake Milano a fare altrettanto.

Una carica istituzionale che deistituzionalizza la stessa carica che ricopre, andando contro una delibera che autorizzava il clearing fatta dal consiglio di zona 1 e richiesto dagli stessi residenti.

pao dopoMa Maran è al corrente che in qualità di istituzione deve tutelare le cose legali e non quelle illegali?

Una carica istituzionale che chiede scusa a chi illecitamente a fatto un murales di cui oggi vanta la paternità, cosa che anche senza permessi gli era stato concesso di fare, ma in tutti questi anni non si è minimamente interessato a mantenerlo decoroso al fine di evitare le proteste dei residenti.

Nulla da eccepire sulla bellezza di alcuni murales di Pao, ma se per lui le istituzione non sono da prendere in considerazione, fa abbastanza scalpore che anche Maran appoggi tale pensiero, tanto più che lui delle istituzioni fa parte.

Quando l’assurdità regna sovrana si pensa di aver visto di tutto …invece no!