Milano, 24 Maggio – Subito dopo le devastazioni del primo maggio e la messinscena di #nessunotocchimilano temevo che il Sindaco ed i suoi bravi andassero a risistemare anche la libreria Ritter di via Maiocchi, data alle fiamme la notte del 28 aprile da una “brigata di cittadini democratici”. Mi sbagliavo di grosso e mentre cresceva il silenzio intorno a questo fatto di gravità inaudita ieri, quando ho visto in Piazza Oberdan i ragazzi di Forza Nuova intenti a vendere i libri scampati al rogo, alcuni ancora coperti di fuliggine, ho capito.
Il rogo alla Ritter non è stato un gesto di violenza fine a se stessa e chi lo ha pensato e chi lo legittima ancora oggi con il suo silenzio, vuole in realtà affermare un principio molto netto e pericoloso: esiste un passato, una storia ancora non raccontata che deve rimanere tale e nessuno in questa città deve sentirsi libero di conservare la memoria dei fatti e delle idee che non sono in linea con la retorica di cui si è appropriata la sinistra italiana e milanese in particolare.
E questo passato impresentabile si trascina e si intreccia da 70 anni tenendo un’intera nazione nel giogo di un terribile inganno, arrivando fino al tempo di Expo. La brigata democratica ha affidato al rogo un ammonimento preciso: chiunque avesse il vizio di ricordare con lucidità e magari anche quello di voler coltivare le idee, qualunque sia il suo ruolo, deve avere paura. Questo è il messaggio che è stato lanciato insieme alla molotov la notte del 28 aprile 2015.
Il silenzio del compagno sindaco e dei compagni direttori sono l’adesione al gesto che legittima il metodo anche nei salotti e nella imperturbabile società civile: se i libri appartengono alla destra si possono bruciare così come sono giustificabili l’intimidazione ed il linciaggio dell’avversario come strumenti di lotta quotidiana, in ogni luogo.
Sanno bene che non c’è arma più efficace della denigrazione e dello svilimento presso il popolo per sbarazzarsi di un avversario pericoloso.
70 anni di storia italica contorti allo scopo di sostenere una democrazia di carta sono un peso troppo grande per pensare di poter continuare a far finta di nulla ed è vile lasciare quei ragazzi da soli in Piazza Oberdan a reggerne il peso. La destra italiana non esisterà e con essa nemmeno una Nazione risolta e matura fino a quando non avremo la forza politica ed il coraggio civile di ricostruire la verità storica della nostra Patria.
Tommaso Campanella
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