CON IL GABBIANO JONATHAN IMPARIAMO LA LIBERTÀ

Cultura e spettacolo Le storie di Nene

Milano 27 Maggio – Anch’io con il tempo ho imparato ad amare le piccole cose. Quasi un sussurro i ricordi, la ruggine della malinconia, la voce di chi mi ha voluto bene, i colori della mia infanzia in campagna, il respiro dei luoghi, i graffi dell’anima, il profumo delle stagioni. Ma ancora so ascoltare “il gabbiano Jonathan” che c’è in me e non ho mai rinunciato a volare, in una sfida aperta col tempo, per la libertà, per ottenere ciò in cui credo, lontana dalle banalità, proiettata nel sogno di un mondo perfetto e vivere “della luce e del calore del sole, del soffio del vento, delle onde spumeggianti del mare e della freschezza dell’aria”. Là dove la libertà ti rende unico e irripetibile, incurante della fatica e dell’isolamento,  perché già nella ricerca, come il  gabbiano Jonathan, ci si sente “vivi come non mai e frementi di gioia”.

Ma Jonathan è come ciascuno di noi, che sa ascoltare il cuore, che fa quello che sente di dover fare, che fa scelte dolorose, che ragiona senza compromessi, che lotta per un ideale, che saprà per amore rendere partecipi  gli altri del suo sapere.

“Ma chi ha più coscienza di un gabbiano che cerca di dare un significato, uno scopo più alto all’esistenza?  Per mille anni ci siamo arrabattati per un tozzo di pane, ma ora abbiamo una ragione di vita, una vera ragione di vita imparare, essere liberi. Ci solleveremo dalle tenebre dell’ignoranza, ci accorgeremo d’essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi. E  impareremo a volare”.

Volare, conoscere e superare i limiti, intraprendere una nuova vita, avere il coraggio di cambiare, mettersi in gioco, misurarsi, accettare le sconfitte e ricominciare, con una forza di volontà rinnovata, senza paura, condizionamenti, compromessi.

Volare “dove il cielo è limpido e il sole abbaglia”, sempre più in alto e da lassù guardare il mare all’orizzonte e osservare: “ E’ buffo. Quei gabbiani che non hanno una meta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte. Quelli invece che aspirano alla perfezione, arrivano dovunque” E non essere gelosi delle proprie scoperte, ma condividerle, con semplicità perché tutti possano “scavalcare tutto ciò che intralcia, che si oppone  alla propria libertà”, perché “l’unica vera legge è quella che conduce alla libertà”. Una libertà che è anche speranza, responsabilità, rispetto, verità, dignità.

Una affascinante ed emozionante metafora della vita il libro “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach. Da leggere, da amare.

Una riflessione per tutti, anche per chi ci governa.