Ecco la MAPPA dettagliata DELLE IRREGOLARITÀ NEGLI APPALTI  COMUNALI per  i SERVIZI SOCIALI  a cui è interessato Cantone

Milano

Si immaginava, si poteva supporre che il frazionamento degli appalti per utilizzare procedure discrezionali e quindi accedere a alcune società spesso amiche degli amici fosse un po’ sospetto, considerata la furbizia congenita della sinistra. I radicali si sono applicati nel costruire una mappa dei “fenomeni” poco trasparenti emergenti da un’attenta analisi di quanto operato dal Comune. “Forte frazionamento degli appalti, superamento delle soglie previste dal Codice degli appalti in modo da utilizzare procedure più semplici e discrezionali, individuazione di alcune società più “fortunate” nell’assegnazione degli appalti”. Sono alcuni dei “fenomeni” ed elementi di rischio che Marco Cappato e Marcello Crivellini, a nome del Gruppo Radicale – federalista europeo al Comune di Milano, segnalano in una elaborazione approfondita riguardante una serie di appalti comunali nel settore sociale, sui quali il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, aveva chiesto chiarimenti al Comune di Milano.
“In attesa delle precisazioni degli Uffici comunali, questa elaborazione – spiegano Cappato e Crivellini – fornisce un quadro quantitativo e preciso relativo ai valori delle assegnazioni e alle società beneficiarie di affidamenti diretti”. Gli esponenti radicali, per superare i rischi di irregolarità che hanno individuato nel documento predisposto, propongono quindi a palazzo Marino di “rendere disponibili e facilmente reperibili sul sito del Comune tutte le decisioni di spesa e tutti i documenti di qualsiasi tipologia di gara per appalti di qualsiasi forma (affidamenti diretti, cottimo fiduciario, gara europea)”.
L’analisi dei Radicali, spiegano nel dettaglio, parte dalla lettera che “il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ha inviato il 21 aprile al Sindaco di Milano in merito ad una indagine su appalti di servizi e forniture in economia con procedura di affidamento diretto, effettuati dal Comune nel settore sociale, al fine di controllarne la regolarità. Alla lettera – spiegano Cappato e Crivellini – sono acclusi 2 file contenenti ciascuno una selezione di appalti che appaiono al di fuori delle norme definite dal Codice degli appalti. Infatti il Presidente ricorda che la normativa vieta “l’artificioso frazionamento” delle commesse al fine di rimanere sotto le soglie oltre le quali le procedure devono essere più trasparenti e meno discrezionali. Inoltre viene ricordato che, al fine di adottare le procedure previste dalla normativa, non va considerato solo il valore del singolo appalto ma quello complessivo di contratti con analogo oggetto dei dodici mesi precedenti e quelli successivi in programma. In altre parole – proseguono Cappato e Crivellini – è esplicitamente vietato ricorrere a più appalti in modo che il singolo figuri sotto le soglie previste dal Codice degli appalti. Ciascuno dei 2 file trasmessi riporta un elenco di appalti effettuati dal Comune di Milano, ma in due periodi. Il primo (denominato All 1) è relativo al periodo 1 gennaio 2010 – 10 marzo 2015 e riporta dati relativi a 468 procedure (per un ammontare di 9.775.988,59 euro). Il secondo è relativo al periodo 1 gennaio 2013 – 10 marzo 2015, è un sottoinsieme del primo e riporta dati relativi a 164 procedure (per un ammontare di 2.545.099,97 euro). Nel corso della lettera si esprimono valutazioni gravi (“..un quadro di violazione di disposizioni…” , “..affidamenti ripetuti per importi complessivi, anche solo sul singolo anno di riferimento, al milione di euro, ossia pari a oltre 5 volte la soglia consentita dalla legge..”, “il quadro che emerge appare indice di una violazione grave delle disposizioni di legge..” ) e si chiedono chiarimenti dettagliati, riservandosi (in mancanza) di procedere “al deferimento al Consiglio dell’Autorità”.”
Effettuata l’elaborazione e segnalati i ‘rischi’ emersi, gli esponenti Radicali chiedono di “rendere disponibili e facilmente reperibili sul sito del Comune tutte le decisioni di spesa e tutti i documenti di qualsiasi tipologia di gara per appalti di qualsiasi forma (affidamenti diretti, cottimo fiduciario, gara europea). Ciò significa – aggiungono – che anche tutte le determinazioni di spesa dei singoli dirigenti devono essere rese pubbliche e facilmente selezionabili a tutti con un semplice click. La situazione attuale, infatti, è un percorso ad ostacoli che rende difficile se non impossibile il reperimento per un determinato appalto/fornitura dei dati e degli atti in cui sono presenti le motivazioni circa la scelta della procedura e dei soggetti assegnatari di un appalto/fornitura. L’Albo Pretorio on-line è di fatto un elenco (per il 2015) difficilmente gestibile, che non consente una efficace ricerca mirata e non sembra essere completo di tutti gli atti/determinazioni dirigenziali. La parte Amministrazione Trasparente (che rimanda al Data base pubblicazione informazioni) consente una selezione con criteri utili ma non contiene (se non saltuariamente) i documenti assunti dall’amministrazione e che permetterebbero di controllare la correttezza della procedura scelta e il rispetto delle soglie di spesa.
Nell’ambito della realtà milanese una azienda pubblica (Pio Albergo Trivulzio) ha già realizzato da tre anni un sistema completo di pubblicazione suddiviso per settori di spesa e da quel momento affitti, proprietà, spese, documenti, esiti e procedure di gara di qualsiasi ammontare sono disponibili a tutti, raggiungendo una totale trasparenza su procedure e spese. Proponiamo – concludono i Radicali – che anche il Comune di Milano effettui una simile scelta, senza frapporre ostacoli operativi per gli utenti ed anzi cercando di favorirne la conoscenza. Ciò andrebbe nella direzione di migliorare il governo della fase amministrativa, consentire in tempo reale il controllo di regolarità e il rispetto di leggi e normative in materia di appalti, facilitare le opportune verifiche dei responsabili istituzionali comunali sulla gestione amministrativa, rafforzare il rapporto con i cittadini.