Milano 30 Maggio – Sono nomadi di nome e diventano stanziali occupando gli angoli che più sono confacenti ai loro gusti, non si preoccupano di vivere alla giornata così come viene perché spesso l’accattonaggio di qualche ora è sufficiente per mangiare, doveri verso la collettività ospitante non esistono, sono uniti da regole e tradizioni che li isolano in un mondo beato forse anche di solidarietà, ma che spesso crea ostilità nei confronti delle leggi e delle persone del Paese in cui vivono, esprimono atteggiamenti di assoluto menefreghismo e spesso di protervia verso chiunque osi dissentire dal loro modo di vivere, aumentano il degrado ambientale della zona in cui abitano, l’integrazione non esiste nei loro pensieri e nelle loro intenzioni. In televisione dichiarano che ci sono Rom e Rom, assicurano che c’è per così dire una parte buona che lavora, che manda i figli a scuola che cerca di rispettare il prossimo, che si sente italiana perché qui è nata. E insultano chi generalizza, chi fa di ogni erba un fascio, chi osa etichettarli come ladri, come delinquenti. Ma la cronaca ogni giorno segnala sporcizia e degrado nei luoghi dove vivono, aumento esponenziale di furti nelle case vicine, incidenti stradali provocati da Rom ubriachi, rapine, accattonaggio anche da parte di minori. E vanno nelle trasmissioni televisive a pavoneggiarsi di essere brave nell’arte del borseggio, chiedono l’elemosina fingendosi invalidi, installano fotocamere per conoscere in anticipo l’arrivo della Polizia, sviluppano astuzia e furbizia per ingannare i malcapitati. E sono protetti spesso dalle Amministrazioni locali (Vedasi Pisapia a Milano e Marino a Roma) perché appartengono ad etnie da difendere, a cui elargire soldi e costruire campi ad hoc. Un insulto per i residenti indigenti, percepito come un’ingiustizia sociale, come un’aberrazione. Vero è che ci deve essere stato un passa parola gigantesco perché i campi abusivi nascono come funghi, la coabitazione diventa sempre più difficile, di integrazione neppure l’ombra.
I due mondi non si sfiorano neppure, e i Rom continuano imperterriti a vivere come vogliono, con lo sguardo dell’impunità, obbedendo soltanto al loro tornaconto, sviluppando a dismisura l’arte dell’arrangiarsi come si può, incuranti dei diritti altrui.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano