Riaprire i navigli è un bel sogno. Ma diteci prima dove trovare i soldi e dove deviare il traffico

Fabrizio c'è Milano

Milano 30 Maggio – È partita la campagna elettorale per le primarie del centro sinistra ed è corsa fra gli assessori a chi la spara più grossa.

Come avevamo facilmente previsto il giorno che Pisapia annunciò la non ricandidatura il clima è da “liberi tutti”.

Ha cominciato Majorino annunciando nuovi locali per i matrimoni gay. Ieri è stata la volta del Vicesindaco De Cesaris che presenta il progetto per riaprire i Navigli.

E’ stato presentato un piano di fattibilità dall’Architetto Antonello Boatti. E’ certamente suggestivo immaginare l’acqua al posto delle macchine in Via Senato e persino la navigabilità di interi pezzi di città. Ponti, laghetti, nuovi angoli stupendi dalla Martesana fino alla Darsena.

Ma facciamo la parte dei cattivi e riportiamo alla realtà i sognatori in buonafede e i venditori di fumo in malafede, fra cui annoveriamo gli Assessori.

Proviamo a immaginare quanto tempo ci vorrà per il progetto, che pure era una priorità della Giunta, votato persino con Referendum nel 2011.

In 4 anni è stato prodotto un piano di fattibilità. Forse per realizzarlo ce ne vorranno 20 o 30. Ma i veri ostacoli sono altri. Per finanziare l’operazione servono 400 milioni. Dunque non c’è molta scelta: o si attua un grande piano di dismissioni mobiliari (Sea, A2A, Serravalle) e immobiliari, oppure il Comune non ha la capacità di finanziare tale opera, soprattutto dovendo farsi carico di altri macigni di spesa come la manutenzione dell’edilizia scolastica e delle case popolari e anche del pagamento del M4. La sinistra non può volere la botte piena e la moglie ubriaca.

Singolare, e tipica di un certo modo di pensare la mobilità a sinistra, è anche la risposta dei progettisti alla seconda condizione per realizzare il progetto: dove mettiamo il traffico pubblico e privato che oggi scorre sulla cerchia dei navigli?

La risposta, un po evasiva, sarebbe che il Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) , ancora da approvare e senza lo straccio di un piano economico per realizzare la sua mobilità sostenibile e alternativa, rassicura che tempo 10 anni non ci sarà più traffico in quella zona.

Come diceva Karl Popper chi sogna il paradiso in terra di solito realizza l’inferno.

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Fabrizio De Pasquale consigliere comunale di Forza Italia