Milano 7 Giugno – Decisamente dire Cooperativa oggi significa sempre più richiamare nell’immaginario collettivo l’impressione della furbizia, dell’illegalità, dell’arte molto italiana dell’arrangiarsi. E la fantasia i modelli sono davvero creativi e contestualmente redditizi oltre misura. Il Giorno racconta l’ultimo caso in ordine di tempo che la Guardia di Finanza ha scoperto. Ne riportiamo il testo: “Aveva ideato un sistema di cooperative “temporary” per realizzare utili e intascare quanto non dichiarato al fisco. Dietro alla rete di attività intestate a prestanomecingalesi c’era imprenditore milanese che conduceva una vita fra auto di lusso e orologi di marca. Alla fine la Guardia di Finanza di Gallarate ha messo fine al suo gioco con l’operazione “Cooperative astute”, che ha scardinato un meccanismo di maxi evasione fiscale su ricavi non dichiarati per oltre 25 milioni di euro, accertato 1400 posizioni lavorative irregolari, denunciato a vario titolo 59 persone e scoperto il riciclaggio di denaro per 4 milioni.
Al centro del sistema sono risultate 6 cooperative, di fatto vere e proprie società, operanti prevalentemente nel trasporto e facchinaggio. Le cooperative erano ufficialmente intestate a cittadini di nazionalità cingalese ma, in realtà, tutte facenti capo al milanese. Lavoravano in subappalto principalmente nel milanese ma con commesse anche in province limitrofe, come il varesotto. Rimanevano in attività per circa un anno generando consistenti volumi d’affari (mediamente circa 5 milioni di euro), che però venivano completamente celati al Fisco. Non veniva infatti presentata alcuna dichiarazione fiscale risultando di fatto evasori totali. Trascorso l’anno di operatività, la cooperativa veniva lasciata inattiva e se ne creava una nuova che operava nel medesimo modo.
Questo meccanismo fraudolento è stato adottato dal 2009 fino al 2013, anno in cui sono iniziate le indagini delle Fiamme Gialle gallaratesi. In quest’anno, l’imprenditore milanese, ormai oggetto di controlli da parte dei finanzieri, ha provato a dare una “parvenza” di legalità alle due cooperative allora attive, presentando le prime dichiarazioni fiscali, ovviamente per importi inferiori a quelli successivamente accertati e lasciando la titolarità “ufficiale” delle cooperative ai suoi prestanome cingalesi.
Nel frattempo, le indagini evidenziavano l’altissimo tenore di vita dell’imprenditore indagato, nettamente sproporzionato ai redditi dichiarati, che disponeva di auto e moto lussuose quali Bentley, Land Rover, Harley Davidson, oltre che di appartamenti a Milano. Per non parlare della sua passione per orologi di lusso e gioielli del valore di decine di migliaia di euro, che sono già stati oggetto di sequestro.
Le varie indagini e i mirati accertamenti svolti dai finanzieri e l’analisi dei flussi bancari hanno poi consentito di ricondurre l’amministrazione di fatto delle imprese all’indagato, nei confronti del quale sono scattate le misure di aggressione patrimoniale per un importo pari a circa 3 milioni di euro. Per monetizzare le enormi disponibilità finanziarie derivanti dall’evasione in atto, quest’ultimo si è poi avvalso di diversi suoi dipendenti, nonché di imprenditori “amici” che, in cambio di viaggi e regalie varie, si prestavano a riciclare il denaro attraverso 65 carte di credito. L’accurata analisi di questi flussi finanziari ha portato gli investigatori a scoprire il riciclaggio di quasi 4 milioni di euro attraverso le suddette carte ed a denunciare 10 persone per il reato di riciclaggio e 45 per violazioni al d.lgs. 231/2007 (dichiarazioni mendaci sulle generalità agli intermediari finanziari – normativa antiriciclaggio).
L’individuazione e la repressione di questa gigantesca frode sono un’ulteriore conferma dell’attenzione che la Guardia di Finanza riserva alla difesa del mercato, dei lavoratori, delle finanze dello Stato e a tutela di tutti gli imprenditori onesti che in questo periodo di congiuntura economica, spesso devono affrontare anche la concorrenza sleale di coloro che scelgono la via dell’illegalità. Le attività delle Fiamme Gialle Gallaratesi sono state coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Milano Mauro Clerici.”
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