Milano 8 Giugno – Il 4 giugno il Giudice di Pace Caterina Bonasoro ha condannato il Comune di Milano a pagare 200 euro più spese legali e annullato la sanzione che era stata comminata a un automobilista che aveva superato i 70 km/h sul Cavalcavia del Ghisallo.
E’ una ennesima prova della ragionevolezza della battaglia che porto avanti da un anno contro le 7 telecamere installate solo per fare cassa dal Comune di Milano.
La importanza della sentenza è dovuta al fatto che fino ad oggi i giudici avevano contestato vizi di forma e cioè la notifica dopo i 90 giorni dalla avvenuta infrazione. Stavolta è stato contestato il merito, ovverosia il fatto che le telecamere rispettino le leggi vigenti e il Codice della Strada.
In pratica il Giudice di Pace ha accolto la tesi da me sostenuta in Consiglio Comunale della scarsa segnalazione degli autovelox (obbligatoria per legge) e della errata segnalazione della classificazione della strada: se, come lasciano intuire alcuni cartelli, il cavalcavia sia strada extraurbana principale (con telecamere attivabili a 90 kmh), oppure strada urbana di scorrimento ( limite 70km/h).
L’Avvocato Marisa Maraffino oltre a vincere la causa contro il Comune ha presentato un esposto al Ministero dei Trasporti per comprendere la esatta classificazione della strada. Una eventuale smentita del Comune su questo punto potrebbe portare addirittura all’annullamento di tutte le multe del Ghisallo.
Nell’ultimo anno ho cercato attraverso ordini del giorno, interventi e interrogazioni di spiegare che la sicurezza stradale si ottiene mettendo in strada i vigili e non le telecamere, punendo chi viola il codice della strada e non chi va a 80 km/h su una strada simile a una autostrada!
La fame di questa Giunta spendacciona di fare cassa per finanziare le sue iniziative era troppa. Cosi come il desiderio di assestare una nuova bastonata agli automobilisti, che per l’ideologia arancione sono una categoria da ” rieducare”. E dunque con grande arroganza il Comune continua a tirare dritto fregandosene delle circolari del Ministero degli Interni, dei ricorsi accolti dalla prefettura e degli appelli miei e della opposizione.
Mi auguro che il milione di persone che ha ricevuto una multa da autovelox si ricordi chi ha voluto organizzare questa truffa del Comune a danno dei suoi cittadini.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.