Gli sbarchi secondo Renzi. Errori, battute e scivoloni

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Milano 15 Giugno – Le dichiarazioni di Matteo Renzi sull’immigrazione, nel tempo, da quelle del sindaco ambizioso di Firenze a quelle del Premier stai sereno, più che di rottamazione sanno di una (per nulla divertente) supercazzola al buonsenso. La supercazzola, quel gioco di parole del Conte Lello Mascetti (interpretato da Ugo Tognazzi) nella serie dei film sugli «Amici Miei», ambientati nella Toscana prima di Renzi, uno scioglilingua usato per prendere in giro i malcapitati di turno: «No, mi permetta. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribài con cofandina? Come antifurto, per esempio». Ecco, sull’immigrazione, Renzi sembra aver messo su una supercazzola al buonsenso, senza nemmeno una foto ricordo postata su Twitter dal suo spin doctor Filippo Sensi. Il catalogo (una parte) è questo.

È il 7 aprile 2011 , Renzi fa il sindaco di Firenze e dice la sua, in televisione, ospite ad Omnibus, su La7. «Fallisce il disegno di questo Governo (il Governo Berlusconi, ndr) sulla gestione delle politiche di immigrazione: l’idea forte della Bossi-Fini è un’idea che oggi viene a scontrarsi con la realtà. L’Europa ci racconta tutto su come deve essere fatto il miele selvatico o sulle barrette di cioccolato, ma su queste vicende, non solo non c’è, ma addirittura gioca a nascondino». Oggi l’Europa, che non vuol saperne di quote obbligatorie mentre l’Italia da sola non riesce a sopportare i continui sbarchi, con Renzi più che a nascondino gioca a mosca cieca.

Ma sentite ancora, cosa diceva, lo statista di Rignano sull’Arno a proposito della legge Bossi-Fini (che prevedeva il reato di immigrazione clandestina). Era il 10 novembre 2012 : «È fondamentale cambiare la legge Bossi-Fini per attrarre nuovi talenti soprattutto tra chi vuole venire a studiare qua. È vero che bisogna lottare contro la fuga di cervelli ma dobbiamo anche essere capaci di attivare intelligenze dall’estero». Antani, tarapia tapioca, direbbe il Conte Mascetti: a star sentire Renzi oggi con tutti gli sbarchi e senza Bossi-Fini dovremmo essere pieni di cervelloni stranieri.

Passiamo al 30 novembre 2013 , in piena campagna elettorale per le primarie del Partito Democratico, altra supercazzola. «Chi vota per me vota per un’Europa che non sia solo dei burocrati, ma abbia un’anima. (..) Dove Lampedusa sia un problema di tutti e non solo dei suoi abitanti o del suo sindaco e dove la politica estera non sia spezzettata tanto quanti sono gli stati membri». Suvvia, Matteo, ma dicevi davvero?

22 dicembre 2013 , Renzi è diventato segretario del Pd e prematura un’altra chicca, ospite da Fabio Fazio, a «Che tempo che fa»: nel 2014 – dice – il premier “si chiamerà Letta”, qui “parla il segretario del Pd”. E cosa dice? Spiega che si impegnerà sul fronte dell’immigrazione e che “aboliremo la Bossi-Fini”. Oh, per abolirla l’ha abolita, ma a veder l’emergenza di oggi in Italia vengono in mente le parole del politologo fiorentino Giovanni Sartori, era il 17 dicembre 2013 e Renzi si era detto favorevole allo “ius soli” (su Twitter aveva scritto, “ci sono battaglie giuste che vanno fatte”) per l’immigrazione: «Renzi? Non lo voterei mai (..) ha solo l’ansia di arrivare al potere. È uno abile, furbo, però disposto a barattare tutto. Lo ius soli è un errore gravissimo. Sarebbe un disastro in un paese con altissima disoccupazione. Aumenterebbe le file dei lavoratori sottopagati e la delinquenza per le strade. La gente ormai ha paura a uscire la sera. Se entrasse in vigore aggraverebbe tutti i nostri problemi. Come idea è demente, perché lo ius soli è dei paesi sottopopolati che vogliono nuova popolazione, sarebbe l’ultimo colpo per consentire l’accesso a tutti, migranti e clandestini». Parola di un fiorentino. Di Firenze, mica di Rignano.

Massimiliano Lenzi ( iltempo.it )

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