Milano 18 Giugno – L’edificio sito in via Bottelli 11 a Greco è in evidente stato di degrado. Si tratta dell’ex cinema Abanella, acquistato dalla Fondazione Teatro alla Scala a metà degli anni 80 per assegnarle la funzione che svolge ancora oggi: la sala prove. Sembra impossibile credere che dietro a quelle mura scrostate e insozzate da graffiti senza nessun valore artistico, si provino le rappresentazioni di una delle istituzioni più amate dai milanesi e note nel mondo. Una situazione che offende sia i residenti, sia la storia della città.
Solo il continuo via vai degli artisti fa capire che non ci si trova davanti a uno dei tanti residuati dell’epoca industriale che costellano le periferie di Milano bensì ad un luogo che potrebbe essere un valore aggiunto per la zona, se mantenuto nello stato in cui meriterebbe, magari dipingendone i muri con murales a tema musicale, per non limitarsi alla grigia pittura che si riserva alle strutture di servizio. Eppure a lasciarlo in questo stato è la Fondazione che amministra i beni di una delle massime espressioni artistiche della città, capace di farci conoscere in tutto il mondo. Un’istituzione che mette quasi in imbarazzo richiamare ai propri doveri di buon custode del proprio patrimonio.
Eppure tutto torna se si consulta l’organigramma della Fondazione Teatro della Scala a presiederla è il Sindaco Giuliano Pisapia. Lo stesso che ha firmato il regolamento in cui si perseguono gli amministratori che non curano il decoro dei palazzi, lo stesso che ha promosso i clearing day, facendo ricadere sui cittadini compiti che spetterebbero alla sua amministrazione. Evidentemente il suo desiderio di vedere le mura della città pulite non si estende a quelle che cadono sotto la sua diretta responsabilità. Come spesso accade agli arancioni predicano bene e razzolano male, spiace che nel farlo coinvolgano anche istituzioni la cui dignità non è mai stata messa in dubbio e si sono sempre distinte per il lustro che hanno saputo dare alla città.
Silvia Sardone
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