La sciura Sindachessa ovvero le balle di Cinzia

Milano

Milano 20 Giugno – E dopo Elisabetta Tulliani ecco un’altra donna che ha fatto precipitare il marito nel baratro. Non nel baratro politico, come il povero Fini.

Qui parliamo di un fenomeno ancor più grave, della ridicolizzazione del marito. Il poveretto è il nostro sindaco, l’artefice la signora Cinzia Sasso e la teoria di interventi è lunga.

Ricorderete che la signora Sasso era affittuaria del PAT quando scoppiò lo scandalo di Affittopoli. Ancora nel 2011 viveva con il marito in una casa in Porta Romana di 120 mq al prezzo di circa 6.000,00 euro annui (nessuno si preoccupò mai di verificare quanto avesse perso il PAT nei 22 anni di locazione di un immobile in pieno centro ad un prezzo così irrisorio, ma quella è un’altra storia…)

Quando vennero resi pubblici gli elenchi degli affittuari la signora Sasso, fece così dichiarare al marito: “La disdetta reciproca tra il Pat e Cinzia risale a 5 anni fa. Ma non c’è stata nessuna conseguenza pratica, perché la proprietà del Pat non si è fatta mai viva”. Insomma uno dei più brillanti avvocati del Foro di Milano in quella occasione non solo introdusse nel nostro ordinamento una fattispecie giuridica nuova, “il farsi vivo”, ma si spinse oltre sostenendo che giuridicamente l’affittuario è obbligato, anche contro la sua volontà, a rimanere nella casa in affitto, nonostante abbia dato formale disdetta, finché la proprietà non si presenta e lo autorizza a lasciare la casa, roba che nemmeno nell’URSS di Breznev.

Torniamo alla nostra donna. Appena eletto il marito andava dicendo che lei avrebbe continuato a fare la giornalista perché lo stipendio da sindaco è miserello e poi vuoi mettere la dignità e l’autodeterminazione. Poi invece si è dimessa da cronista politica di Repubblica e ha aperto un blog dall’almodovariano titolo “Parla con noi”. Si legge nella presentazione:”blog di donne che contano, pesano, decidono. E che pensano molto”

E la signora Sasso diviene in tempo reale  icona e topos del suo blog.

Il tutto ratificato con una intervista al Corriere che immagino abbia dato il vero colpo di grazia alla ricandidatura dell’uomo.

Scopriamo infatti in quell’occasione che 1. Pisapia non si sa vestire, ed è la moglie che lo fatto diventare il secondo sindaco più elegante del mondo perché lei si che sa mettersi in tiro; 2. che Pisapia non sa parlare (ma come? E’ un avvocato penalista!) , ed è la moglie che smonta i discorsi dei grandi leaders (Kennedy, Obama, Martin Luther King) e con il copia e incolla confeziona quelli del marito; 3. Pisapia non è rassicurante alle assemblee serali nelle periferie, e lei è costretta a fargli compagnia; 4. lo fa giocare a Ruzzle per distrarlo dalla lettura serale dei bilanci, ma lo batte regolarmente; 5. rimpiange “i bei soldini da avvocato” se non fosse che lo consola la grande passione.

L’oblio sarebbe finalmente sceso sulla triste storia del sindaco con la moglie che conta,  se non fosse che Michelle Obama è atterrata a Milano, ha visitato Cenacolo, Duomo, Guglie e pure Corso Como, ma del Sindaco nessuna traccia. La versione ufficiale è che il Sindaco si trovasse a Roma per improrogabili impegni ed abbia rimesso alla first lady gli onori di casa. Questo con un tweet che si conclude con un  “per fortuna che Cinzia c’è” .

A sua volta lei scrive su Facebook di avere incontrato Michelle e di essersi addirittura intrattenuta con lei in una conversazioni sulla difficoltà di essere moglie di un politico. Almeno Cristina Parodi, alla proclamazione di suo marito a sindaco di Bergamo del PD, si era limitata ad indossare il medesimo vestito a quadretti con cui Michelle aveva festeggiato l’elezione di Barak.

Peccato che dell’incontro non vi sia alcuna traccia fotografica. Non un selfie, non un’inquadratura sfuocata: Michelle, Malia, Sacha si sono fatte fotografare con tutti tranne che con la moglie del sindaco.

Ed allora sorge il dubbio? Ma non è che Pisapia e Signora ci stanno raccontando l’ennesima cazzata? A pensarci bene, si.

Sono entrambi rimasti chiusi in cantina quel giorno, come Lorenzo di “Io e te” di Ammaniti perché gli americani non li hanno voluti.

Cosa sia successo non è difficile da immaginare. Colpa del braccio destro di Pisapia, quel Paolo Limonta che si fa fotografare mentre strappa i manifesti di destra dai muri della città e vive nei centri sociali. A Limonta fu negato l’Esta, cioè il visto elettronico per entrare negli Stati Uniti, poiché soggetto non gradito nemmeno come turista, ed a seguito delle sue accorate proteste fu negato anche ai figli ed ai nipoti.

Pisapia gli offrì tutta la sua più ampia solidarietà (Cinzia si era distratta) ed a mio modestissimo avviso, qualcuno deve aver comunicato oggi ai coniugi sindaci di star lontani dalla famiglia Obama.

Ma il problema è un altro, e non riguarda la città ma i guai che noi donne siamo capaci di combinare ai nostri mariti.

Chi mai si sarebbe mai accorto dell’assenza di Pisapia se Cinzia non avesse la citazione su Twitter e Facebook?

Ve lo dico io, proprio  nessuno.

 

Cornelia

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