Scalfarotto e le prove di regime

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Milano 21 Giugno – Antefatto e contesto: ieri, in Piazza San Giovanni un milione di famiglie, un milione di uomini e donne, di ogni fede e credo politico, di orientamenti sessuali differenti, si sono ritrovate per dire una semplice, banale verità: Uomo e Donna Dio li creò. Tutto il resto sono balle comuniste e buoniste, riciclate dagli anni 70 e rivendute con una nuova cornice. Ma il cui grado di tossicità non è diminuito, e per questo motivo vanno tenute fuori dalla portata dei bambini. Che avranno tutto il tempo, una volta cresciuti, di decidere come vestirsi e se seguire questa banale differenziazione. A questo si è unita una forte e vivace protesta contro l’idea che qualsiasi coppia (o gruppo, prima o poi gli lgbt smetteranno di discriminare i poligami) sia famiglia, sull’unico presupposto dell’amore. E questo è diventato il campo di battaglia su cui il milione si è scontrato con un piccolo gruppo di fanatici arcobaleno, con la bava alla bocca, gli occhi spiritati ed una sete di sangue quanto meno esagerata. Ma tra tutti gliIvan-Scalfarotto-fotogramma-672 interventi, quello più pericoloso è sicuramente quello del Sottosegretario Scalfarotto. Il quale, dal palco del Milano Pride, ha definito “inaccettabile” la manifestazione di Piazza San Giovanni. Immediate le reazioni, ovviamente. Ma nessuna, secondo me, ha davvero centrato il punto. Quell’aggettivo non è grave perchè un esponente di un Governo Democratico dovrebbe sapere che non ha alcun diritto di discutere sull’accettabilità di una pacifica dimostrazione di dissenso. O, almeno, non solo per questo. Il problema non è nemmeno, come potrebbe far notare qualcuno, che chi ha definito accettabili una serie di eccessi dei gay pride, li definisco eccessi per non menzionare il codice penale e gli atti osceni in luogo pubblico, dovrebbe avere la decenza di tacere su cosa fanno dei liberi cittadini in un Sabato di Giugno in una Piazza Romana. Soprattutto se vestiti. E non mi soffermerò nemmeno sull’opportunità che un sottosegretario sputi odio su una larga maggioranza di questo paese. No, il problema è più inquietante ed è un altro.

Questo signore, che mi rifiuto di definire “Onorevole”, è il relatore di un disegno di legge liberticida concepito e propugnato per vessare la gente di quella Piazza. Imprigionarla, con il Giudice giusto. Minacciarla di spese legali, gogna mediatica e conseguenze indirette, in ogni altro caso. Questo signore ha più volte detto che, la sua legge, è solo contro l’omofobia e non colpisce le opinioni. Avrebbe fatto meglio a specificare. Le opinioni accettabili. Quelle inaccettabili, le pressioni sul legislatore, le idee che diventano azioni, le manifestazioni, quelle sono tutte sotto attacco. Quelle possono essere definite, alla bisogna, criminali. Oggi non le può vietare, deve subire questi pazzi che difendono verità autoevidenti. Ma domani potrà chiedere ai prefetti di impedirgli di manifestare. E’ a quello che serve la sua legge. E’ contro quello che vegliano le Sentinelle. E’ quello che il Popolo di San Giovanni deve temere. Anche se non è nulla di nuovo o di inaspettato. Chesterton lo aveva previsto e ci aveva avvisati:

La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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