L’Italia dei vecchi non sa investire sui giovani. 800 mila i ragazzi in povertà assoluta

Attualità

Milano 24 Giugno – In Italia la crisi sta tagliando le gambe alle nuove generazioni. Siamo diventati un paese per vecchi che ha deciso di chiudere le porte al futuro. I dati parlano chiaro. Nel 2014 le nascite sono state cinquemila in meno rispetto al 2013, proprio a causa della situazione economica. E questo è già un bruttissimo segno. Ma non solo. Ieri mattina il Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Vincenzo Spadafora, in occasione della presentazione al Parlamento della Relazione annuale sull’infanzia, ha delineato scenari a fosche tinte.

Nello spronare i rappresentati delle istituzioni a passare ai fatti Spadafora ha detto: «Mi preoccupa molto il dato sulla povertà minorile, in crescita nel nostro Paese, con più di 800 mila ragazzi in situazione di povertà assoluta». Ecco perché la proposta di costituire una «misura di sostegno del reddito non è una proposta inutile». Spadafora ha pure sottolineato che è necessario «portare tutti ai nastri di partenza». Proprio perché non è possibile che «nascere in una Regione o in un’altra possa fare la differenza». La proposta del Garante è quella di concretizzare il lavoro fattocaritas «non soltanto attraverso i fondi destinati alle politiche sociali, che sono passati da un 1 miliardo di euro nel 2007 a circa 300 milioni del 2015» ma anche attraverso «una figura di governo che abbia il coordinamento sui temi dell’infanzia e dell’adolescenza». E ha insistito soprattutto sulla politica del fare. «Da 4 anni diciamo le stesse cose ma non riusciamo a farci ascoltare». E dunque come ha sottolineato anche il presidente del Senato Piero Grasso: «Bisogna impegnarsi a investire quanto più risorse possibili nei servizi a tutela e a sostegno dell’infanzia; asili nido ma anche politiche di sostegno concreto alla famiglia».

L’altra note dolente, come dicevamo, è la crescita zero. In Italia ci sono 154 anziani ogni 100 giovani. Per Spadafora questo determina «conclamati squilibri tra generazioni con l’evidente perdita di peso demografico dei bambini e dei ragazzi». Al primo gennaio 2014 i residenti italiani di età inferiore a 18 anni erano 10.158.005. Nel 2014 le nascite sono state 509 mila, il livello minimo dall’Unità d’Italia. Inoltre, il numero medio di figli per donna (TFT) è fermo a 1,4 come nel 2013. «La riduzione della fecondità – ha aggiunto Spadafora- è riconducibile a una molteplicità di fattori» uno dei quali è indubbiamente la crisi economica e il lavoro precario La famiglia è sempre più «stretta e lunga». Prevale ancora la famiglia padre, madre e fratelli (62,4%), seguono chi vive solo con il padre e la madre, 17,9%, e le famiglie monogenitore 6,5%. La percentuale delle famiglie con un solo figlio è il 51,6%, quelle con due il 39,9% e quelle con tre o più l’8,5%. Nel 2014 il 68,3% dei ragazzi ( 6-17 anni) ha usato internet. Naviga in Rete il 44,4% dei minori tra 6 e 10 anni, il 78% tra gli 11-13 anni e il 90,4% tra i 14-17 anni. Il 47% dei giovani utilizza il web per spedire o riceve e-mail, il 52,6% discute e si confronta attraverso chat, blog, newsgroup, forum, il 57,8% partecipa a social network e invia messaggi su Facebook, Twitter, il 53,1% usa Internet per inviare messaggi. Ma cosa pensano delle istituzioni e del loro futuro? Sentono forte la presenza dello Stato, soprattutto di fronte alle notizie che riguardano i politici e la corruzione, ma quando si parla di lavoro hanno poca fiducia.

Natalia Poggi (Il Tempo)

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