Milano 26 Giugno – I fatti: il Governo, tramite l’introduzione del reato di tortura sta cercando di mettere ulteriormente in difficoltà i poliziotti. In sostanza sta facendo di tutto per armare disobbedienti e no global, in maniera da rendere ogni fermo contro quella categoria un roulette Russa. Non è un problema nuovo, sono decenni che gli antagonisti vogliono vendicarsi tramite il loro braccio politico della polizia. In assenza di una magistratura imparziale, sono gli uomini in divisa l’unico ostacolo tra loro ed il loro paradiso distopico fatto di socialismo economico ed anarchia sociale. Il PD oggi accelera sul punto ed il Sap, correttamente, manifesta per dire che se includiamo nei “danni” anche quelli emotivi e psichici allora si fa prima a smettere di arrestare le persone. L’arresto ha funzione deterrente. De-terreo, spaventare. Se lo spaventi poi, però, ti denuncia. Ora, questa protesta è legittima. Dire “se il delinquente si fa male sono fatti suoi” è illiberale. Per non dire folle. Sotto diversi aspetti, peraltro. Tanto per dare a Salvini un (non richiesto) breve ripasso di cultura giuridica liberale, iniziamo dalle basi: la polizia non arresta solo criminali. Dovrebbe, e sono certo che i poliziotti lo vorrebbero. Ma non è così. E se per ogni dieci criminali c’è un solo innocente in mezzo, non possiamo dire che son tutti delinquenti. Non è vero. Ci sono dieci delinquenti ed un innocente. E siccome non sappiamo con certezza chi sia il povero Cristo, la polizia tenga ferma la linea di demarcazione tra protezione della comunità e del singolo. Cosa che, ovviamente, già avviene. E che qualcuno dovrebbe spiegare a Salvini. Il quale, purtroppo, ha commesso un errore anche più grave. I dieci delinquenti di cui sopra hanno tutto il diritto di non vedersi vessati. Ovviamente, per vessati non si intende, come il Governo vorrebbe, nei sentimenti e nella mente. Ma certamente nel corpo. E’ la base dello Stato di diritto. Certo, vero è che il delinquente sbattuto per terra dopo la fuga se si sloga una spalla dovrà prendersela solo con se stesso, ma non possiamo avallare il principio di “qualunque cosa vale, finché chi la commette ha la divisa”.
Questo non è altro che lo speculare di chi dice “nulla si perdoni a chi indossa una divisa”. E’ una pericolosa forma di idolatria che pone il braccio armato dello Stato nel ruolo di Sommo Riferimento. La polizia è una componente fondamentale nello Stato Liberale. E’ il muro contro il nemico interno. Detto questo è formata da individui. Non va demonizzata come corpo, ma non va nemmeno adorata come divinità. Qualsiasi agente vi dirà che rispettare la divisa è Sacrosanto, ma l’eccesso genera mostri. Mostri molto difficili poi da gestire. Per questo ci vuole equilibrio e pragmatismo, non gente in felpa che predica il manganello libero per tutti.
Anche perché con questa retorica si regalano punti ai Sofri ed ai loro fan. E non mi pare il caso di fare ulteriori danni alle Forze di Polizia. Per quello ci sono Renzi ed Alfano. Mi pare ci riescano benissimo da soli.

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,