Grexit costerebbe all’Italia 11 mld

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Milano 3 Luglio – A due giorni dal referendum indetto da Alexis Tsipras sul piano di salvataggio della Grecia, gli elettori sono quasi equamente divisi. Lo riferisce il quotidiano Kathimerini che cita i risultati di un sondaggio Gpo secondo cui il 47% dei greci si è detto propenso a votare “sì” al piano di salvataggio internazionale. I “no”, ovvero la posizione del governo, sono il 43%. Varoufakis : “Se vince il sì mi dimetto”. S&P: “Grexit costerà all’Italia 11 mld”.

Un classico caso, dicono gli esperti, di “too close ti call”, con il numero degli incerti, circa il 10%, e la forbice d’errore, che non garantiscono alcuna certezza.

“Non firmeremo nessun accordo senza la ristrutturazione del debito” greco, ha quindi aggiunto Varoufakis a Bloomberg Tv, aggiungendo che la crisi attuale non è bancaria ma politica. Se vincera’ il “si” al referendum la Grecia firmerà il piano proposto dai creditori ma se a prevalere sarà il “no”, “riprenderemo immediatamente le trattative”.

Le banche greche “apriranno regolarmente martedì” prossimo, h quindi garantito il ministro ellenico: “gli istituti di credito ellenici sono perfettamente capitalizzati”.

Standard & Poor’s: eventuale effetto Grexit limitato – C’è circa il 50%” di probabilità che la Grecia esca dall’euro. Questa la previsione di Standard & Poor’s, secondo cui gli effetti dell’eventuale “Grexit” saranno “gravi per la Grecia” ma “contenuti” per l’Eurozona.

“Da Grexit 11 mld in più di spesa di interessi per l’Italia” – Un’uscita della Grecia dall’Eurozona potrebbe costare all’Italia 11 miliardi di euro di maggiori oneri sul debito pubblico. Il nostro Paese, stima S&P, fronteggerebbe l’aumento “più grande in assoluto” all’interno dell’Eurozona, a cui l’addio di Atene potrebbe costare in tutto 30 miliardi nel periodo 2015-2016. Secondo S&P “gli effetti sulle economie dell’Eurozona si faranno sentire principalmente attraverso rendimenti più alti” da pagare sui titoli di Stato. Infatti, essendo la Grecia “una economia piccola e tradizionalmente più chiusa” di altri Paesi dell’Eurozona, “gli effetti diretti sugli scambi commerciali” sarebbero “limitati”.

“Referendum andava proposto tempo fa” – Alcuni ministri delle finanze dell’Eurozona “avevano consigliato” ad Atene “di indire un referendum” sul piano dei creditori “tempo fa”. Lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, al parlamento olandese, secondo quanto scrive Bloomberg. Ha spiegato che se al referendum vince il “no”, Atene “non può pensare di poter ricominciare le trattative da zero” e che “non possiamo aiutare un governo che non e’ disposto a prendere misure”. (Tg.com)

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