Milano 4 Luglio – Nervosismo, competizioni interne non dichiarate, chiacchiericcio agitato più o meno palese, paura di sbagliare candidato, visione miope di una Milano esasperata per le troppe contraddizioni di un’Amministrazione fallimentare, lotte correntizie con ambizioni personali dei singoli spesso inaccettabili: in sintesi il PD milanese che si prepara alle elezioni del 2016 con il terrore di perdere Milano.
Ma sì le primarie si faranno. A parole tutti le vogliono perché non si può decretare la fine di un metodo superdemocratico, vanto e bandiera del partito, nonostante nella realtà sia stato inficiato da brogli e corruzione e abbia prodotto candidature a valore zero. Pisapia, primo fra tutti, le vede “belle” le più belle d’Italia. Renzi ha qualche dubbio, mette qualche paletto “Purchè non ci siano una decina di candidati..”Ma ci saranno. Difficile, comunque, scegliere, perché la realtà milanese è complessa, vive di ricchezza e di disagio diffuso, di dinamismo commerciale e di sacche di disoccupazione, di contraddizioni che richiedono sensibilità e pragmatismo. E un progetto Milano dovrebbe essere antecedente a qualsiasi altra scelta, sia per lo schieramento di sinistra, sia per lo schieramento di destra.
Per ora i due schieramenti hanno un comune denominatore: scegliere un candidato entro settembre perché gli elettori abbiano il tempo di conoscerlo e di riconoscersi nelle sue intenzioni. Mariastella Gelmini (F.I.) in una intervista al Corriere dà un identikit del candidato “”Lo sfidante della sinistra dovrebbe essere qualcuno in grado di parlare ai milanesi, una fisionomia popolare che non abbia bisogno di farsi conoscere” ed invita Salvini a sedersi intorno a un tavolo con tutto il Centrodestra unito, con un atto di generosità, perché la vittoria di Milano comporta unità di intenti e di programmi, senza veti ed esclusioni. E la coalizione includerà probabilmente anche le liste civiche “Noi per Milano” di Mardegan fuoriuscito da Ncd e il “Polo dei Milanesi” di Manfredi Palmeri, perché uniti si può vincere. I nomi indicati dalla Gelmini sono popolarissimi e forse anche improbabili: Del Debbio, Feltri, De Albertis, Sangalli. Personaggi che sanno parlare alla gente, che sono immediatamente identificabili, ma è difficile pensare che scendano in campo. Comunque l’intervista alla Gelmini fa chiarezza sulla volontà di riunire un Centrodestra diviso e suddiviso, con troppi particolarismi e rivalse, nel segno di una riconquista della città.
Le grandi manovre sono iniziate. Si spera che non si debba ricorrere al mago Otelma per scegliere un candidato che porti avanti un’idea di Milano chiara, anche se l’una in contrapposizione all’altra, da sinistra a destra.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano