Milano 10 Luglio – Si diceva proprio ieri che le bolle le creano i governi intervenendo nelle dinamiche di mercato. Gentilmente i burocrati di Pechino hanno inteso darci una dimostrazione pratica di come questo avvenga nei fatti. Breve riassunto: la stampa di moneta Cinese a costi stracciati fa gonfiare la borsa di Shangai, siccome di base non c’era alcun fondamentale che giustificasse tale aumento, appena è partita la prima ondata di vendite, la Borsa ha bruciato un terzo dei propri capitali. Diagnosi: crollo da eccessiva inflazione borsistica. Prognosi: un decorso di progressiva perdita del peso innaturalmente accumulato, seguito da una lenta ripartenza. Tutto questo, a meno che, ovviamente, qualcuno non si metta a gonfiare di nuovo la bolla. Prima di procedere, rispondiamo ad una domanda particolarmente assillante, persino nel centrodestra: che male c’è se lo stato interviene coniando moneta o, come in questo caso, comprando titoli? Non fa così il bene delle società locali, impedendo il nefasto lavoro degli speculatori?
Siamo chiari, No. E’ una pessima idea. In primis, perchè così si rinvia non solo il problema, ma lo si aggrava. Si stanno puntando denari in una bisca in cui il croupier bara. In sostanza, si scommette sulla redditività di società che si sa perfettamente, fin dall’inizio, non essere così alta. Proprio per definizione. Nelle crisi di liquidità, infatti, la prima vittima è l’efficienza. Come diceva qualcuno di autorevole, l’efficienza è la migliore amica della fame. I nostri padri e nonni non sprecavano nulla, prima di tutto, perchè SAPEVANO come non farlo. Pensate al pane vecchio: quante ricette conoscete per riciclarlo? Siamo chiari: anche nei tempi di magra non è che non capitasse di avanzare, talvolta, qualcosa. Ma si sapeva come gestirlo. Si era efficienti. Ecco, arrivati i soldi abbiamo, a poco a poco, dimenticato come riciclare il pane vecchio. Lo stesso succede alle imprese, se posso prendere a prestito quanto voglio e restituirlo con calma e pochi interessi, non mi interesserà spenderlo bene. Potrò assumere la mia amante. Il cugino speciale. Il mio migliore amico. E così via. Tanto i soldi per coprire tutto vengono dal nulla ed al nulla ritornano. Non mi sento nemmeno in colpa, dopotutto.
Ecco, sapendo che le società che stanno crollando hanno questo problema di efficienza, scommetterci è suicida. Perchè amplia il senso di sicurezza d’impunità dei manager, che ripeteranno i medesimi schemi a perdere. Inoltre, sia detto tra noi, non è che gli speculatori non godano, reinvestiranno i profitti comprando le azioni, le faranno andare su, questa volta non speculando, ma SAPENDO che ci sarà un altro crollo. Quindi meno rischi, ma profitti potenzialmente più alti, grazie ai soldi del contribuente, persi in una scommessa suicida. Ecco, tutto questo ci consente di confermare un famoso adagio Americano: puoi ignorare la realtà, ma non le conseguenze di averla ignorata. Pechino è la nuova El Dorado della finanza e si comporta come quei turisti che girano con un sacco di contanti nel portafoglio. Da preda. Scongiura un crollo preparandone uno molto più ampio. Quando si verificherà è ignoto, ovviamente. Quello che sappiamo è che ci sarà e stavolta non ci saranno burocrati che tengano…
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,