Milano 11 Luglio – Probabilmente siamo tutti vittime di uno dei più grandi equivoci di sempre. Quando Tsipras ha chiesto ai Greci di votare No alle proposte dei creditori, voleva la possibilità di presentare un piano ancora più draconiano. In tutta Europa si era creduto che lui fosse un duro, mentre era semplicemente uno scommettitore compulsivo. Proprio non ce la faceva a trattenere la mano, doveva giocare tutte le sue fiches. Anche quella del mattatore in piazza, anche quella dell’ultimo baluardo del popolo, anche quella del grande contestatore. Poi però, alla fine, lui come il Giocatore di Dostoevskij, si è dovuto alzare dal tavolo e si è scoperto vecchio. A 41 anni è, di fatto, un politico finito e questa proposta lo certifica. Certo, gli devono aver fatto credere che in cambio ci sarà un haircut del debito. Un taglio sul capitale dovuto. Ma sono tutte cose che appartengono alla magica dimensione del futuro. Oggi, intanto, il Leonida di Piazza Sintagma, senza i trecento, senza un ideale per il quale morire e senza la Grecia che sapeva mettere in ginocchio gli imperi, si reca mesto nelle paludi Belghe ad arrendersi. Gli imperi si possono sconfiggere, la Realtà no. Ed i Greci, di fatto, sei giorni fa, hanno votato contro la Realtà. A sette giorni dal voto, la Realtà certificherà che del voto Greco, rispettosamente, se ne frega.
La proposta di Tsipras, infatti, ci informa l’Huffinghton Post, coincide al 95% con quella dei creditori. Il 95 in politica, spesso, vale più del 100. Perchè non si ha nemmeno la dignità di riconoscere la sconfitta. Non ha il coraggio di De Gasperi, davanti alle potenze vincitrici nel di pronunciare quacosa di simile allo storico discorso, che così iniziava: “Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me”. No, si presenta pure con l’arroganza di chi chiede prestiti ponte. Ma l’unico ponte che esiste qui è quello sotto cui si dovrà impiccare Syriza dopo che i suoi elettori avranno scoperto la verità. E cioè che a votare sì ci avrebbero guadagnato. Si sarebbero risparmiati una settimana di passione, tanti patemi d’animo ed una figuraccia a livello internazionale. In verità, nulla su cui i governanti Greci avevano scommesso è successo. Niente panico da Grexit. Niente aiuti da parte Francese ed Italiana. Putin aveva altro a cui pensare. Pechino doveva risolversi i suoi piccoli problemi in borsa. Obama deve pensare alle prossime elezioni. Nessuno si è lasciato spaventare. E tutti avevano un sacco di tempo per trattare. Tutti tranne Tsipras. Che, infatti, ha perso. Ed ora presenta un piano peggiore di quello precedente. Che avrebbe potuto tranquillamente accettare qualche mese fa.
Domani probabilmente calerà il sipario su questa vicenda. Colpi di teatro sono sempre possibili, ma difficilmente cambieranno il dato di fatto che ha sconfitto il commediante Ateniese: la Realtà non sottostà ai risultati elettorali. Qualcuno lo dovrebbe spiegare anche a Salvini e alla Meloni. Pare che Silvio l’abbia capito e stia scaricando il duo delle meraviglie. Non entusiasma certo il riavvicinamento a Renzi. Ma dobbiamo essere onesti: meglio uno che ha una visione aziendale della scuola di uno che ha una visione socialista dello Stato. E che a breve dovrà capire come gestire la resa di Leonida ed il suo passaggio, armi e bagagli, in casa del nemico.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,