I call center croce e incubo del quotidiano

Approfondimenti Società

Milano 12 Luglio – La voce rompe l’afa di una giornata insopportabile, con un condizionatore che singhiozza un po’ di fresco, ma non a sufficienza e il tempo diventa la proiezione della noia. Una voce, con il telefono che squilla imperioso, indesiderato, inopportuno. “Il signor XY?” Ma non capisci che sono una donna a rispondere, penso, ma l’educazione vince “No, sono la moglie” La voce “Ma non è lei il titolare…posso ugualmente parlare con lei?” Ma da dove viene questa qui, dall’Afganistan? Ma da quando le mogli non hanno voce in capitolo in una coppia? Penso, ma non voglio essere maleducata “Dica pure” E inizia il pistolotto di presentazione delle offerte del gestore telefonico, assicurativo o dell’energia elettrica di turno. Un pistolotto con i congiuntivi a pipa, con gli aggettivi che non conoscono il maschile e il femminile, con un lei rispettoso che finisce con un tu confidenziale e indesiderato, con un tono metallico che sa di letto senza entrare nel merito. Non ho capito nulla e la mia pazienza è al limite, ma l’educazione ancora una volta è vigile e mi impedisce di buttar giù la cornetta. Ma sì povera crista, è il suo lavoro, con questa telefonata si guadagna da vivere, ma quando in un giorno sono tre o quattro i contatti e tutti i giorni..beh.. allora è lecito spazientirsi. Soprattutto perché al di là del filo c’è un’innominata che chissà da quale paese arriva, una che l’italiano non sa dove sta di casa, una che insiste e non capisce l’educazione di chi vuole interrompere la comunicazione. Mi chiedo se gli staff di marketing di cui ogni azienda dispone non abbia mai valutato l’impatto negativo di uno straniero che vuol spiegarti una possibilità nuova, imponendoti una scelta e non conosce bene l’italiano. Ma è mai possibile che non venga loro raccomandato il garbo e la gentilezza? Perché la domanda a coronamento della conversazione è “Ma qual è il suo gestore? Quanto spende? Ma perché spende così tanto?” E allora, finalmente, la sottoscritta risponde “Sono affari miei” e butta giù il telefono. Va bene il libero mercato, va bene l’internazionalizzazione del lavoro, va bene la comprensione, ma come ci si può fidare di chi riesce a storpiare persino il mio cognome e non sa rispondere alle obiezioni più elementari perché non capisce la nostra lingua?

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