Tassare le bibite dolci per contrastare l’obesità

Scienza e Salute

Milano 14 Luglio – Tassare le bibite dolci per salvare la linea e la salute dei cittadini britannici. A invocare un prelievo extra del 20% su queste bevande è la British Medical Association, secondo le cui stime proprio una dieta non salutare sarebbe all’origine di circa 70 mila morti l’anno nel Paese. Nel documento si spiega che il denaro raccolto con la tassa dovrebbe essere destinato a sovvenzionare frutta e verdura fresche. Una proposta che ha già incassato le critiche della Food and Drink Federation, secondo cui la misura di fatto non cambierebbe in meglio la dieta delle persone.

C’è una crescente preoccupazione sull’impatto dannoso di zucchero sulla salute, dall’obesità al diabete fino ad altre patologie. Nel suo ‘Food for Thought’ report la Bma avverte che in una lattina da 330 ml possono esserci fino a nove cucchiaini di zucchero, tutte ‘calorie vuote’. Secondo il rapporto la tassazione di specifici gruppi di alimenti – come la tassa sulle bevande zuccherate introdotta in Messico – ha dimostrato di ridurne il consumo. Dunque per i medici sarebbe necessaria una tassa di almeno il 20% per scoraggiare gli acquisti.

Il gettito supplementare dovrebbe essere utilizzato per far scendere il prezzo di frutta e verdura, in modo da favorire opzioni alimentari sane. Secondo Shree Datta della British Medical Association “si tratta di un problema enorme”, dimostrato dai numeri dell’obesità. “Il 30% della popolazione del Regno Unito sarà obeso entro il 2030, e in gran parte di questo è dovuto alla quantità di zucchero che stiamo consumando senza rendercene conto”.

L’approccio del governo finora è quello di lavorare con l’industria alimentare per una riduzione volontaria del contenuto calorico. La relazione del Bma arriva in una settimana calda in Gb: lo Scientific Advirosy Committee on Nutrition pubblicherà il suo parere finale sull’assunzione di zucchero. Nella bozza di relazione resa nota finora, quello aggiunto o naturalmente presente negli alimenti dovrebbe rappresentare non più del 5% dell’apporto energetico (contro l’attuale 10%). Si prospetta dunque un giro di vite sugli zuccheri Oltremanica. (Adnkronos)

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