Milano 15 Luglio – Nel nostro intestino abitano miliardi di batteri. Gli scienziati hanno calcolato che circa un chilo e mezzo del nostro corpo è dovuto proprio a loro. Una presenza “ingombrante” tutt’altro che priva di significato. I microrganismi dell’intestino -il microbioma- svolgono infatti un ruolo molto importante: squilibri nella composizione batterica sono associati a diverse malattie come, ad esempio, le allergie. Ora uno studio degli scienziati francesi dell’Institut Pasteur di Parigi ne ha svelato le ragioni: i batteri sono in grado di prevenire le allergie spegnendo l’attività di alcune cellule del sistema immunitario. La scoperta è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Science.
Meno batteri, più allergie
Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che nei luoghi dove c’è una minor varietà di microrganismi -e dove ci sono condizioni igieniche migliori- l’incidenza delle allergie è significativamente maggiore. Un dato che ha portato gli scienziati a formulare l’ipotesi igienica, quella teoria che afferma che il ridotto contatto con agenti infettivi nei primi anni di vita sarebbe alla base dell’incremento delle reazioni allergiche e autoimmuni. Non solo, in alcuni esperimenti effettuati nei topi è stato visto che la somministrazione precoce di antibiotici è in grado di alterare la flora batterica generando allergie già dalle prime settimane di vita.
Lo studio
Pur essendo a conoscenza di questa relazione il meccanismo che genera l’allergia attraverso lo squilibrio della flora intestinale è rimasto per lungo tempo sconosciuto. Un segreto che ora, grazie allo studio degli scienziati francesi, non è più tale. Solitamente quando il nostro corpo viene a contatto con agenti patogeni il sistema immunitario attiva una risposta mediata da cellule di tipo 3. In alcuni casi però, quando ci sono infezioni causate da alcuni parassiti e da particolari allergeni, il sistema attiva anche le cellule di tipo 2. Nello studio i ricercatori dell’Institut Pasteur hanno dimostrato che le cellule di tipo 3, quando sono attivate dalla presenza di agenti dannosi, secernono alcune molecole che bloccano l’attività delle 2 impedendo così una risposta allergica. Al contrario, quando il contatto con agenti patogeni è limitato, le cellule di tipo 2 sono inibite in maniera minore e quindi hanno più possibilità di generare reazioni allergiche. Un risultato che sembrerebbe dunque confermare l’ipotesi igienica e che indica chiaramente che uno squilibrio della flora può portare le cellule di tipo 2 a prendere il sopravvento.
Prospettive di cura
Aver indentificato il meccanismo cellulare con cui avviene la risposta apre ora nuove prospettive di cura per le allergie. Gli scienziati sono al lavoro per cercare di produrre molecole in grado di simulare la presenza di batteri in modo da stimolare l’attività delle cellule di tipo 3 e, di riflesso, di inibire quelle di tipo 2 che sono coinvolte nelle reazioni allergiche. Daniele Banfi (La Stampa)
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